Ma l’uomo si crede padrone del pianeta

Lorenzo

Guadagnucci

Isaac Bashevis Singer, grande scrittore ebreo e premio Nobel per la letteratura, fa dire a un personaggio di un suo racconto una frase forte e importante: "Si sono convinti che l’uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno". D’altronde sappiamo che la sesta estinzione di massa – con la scomparsa della maggior parte delle specie animali e vegetali che conosciamo – è probabilmente già in corso a causa della crisi climatica.

Le condizioni di vita per la stessa specie umana saranno presto molto difficili. All’origine di tutto questo c’è proprio la pretesa della specie umana di dominare tutte le forme di vita sul pianeta e di disporne a piacimento, con una bulimica volontà di consumo che si è accentuata negli ultimi due secoli. Non sarà facile uscirne. Un grande fisico – anche un po’ filosofo – diceva che i problemi non possono essere risolti restando nella stessa logica che li ha prodotti, perciò l’affermazione di una visione non antropocentrica, attenta a tutte le forme di vita esistenti, sarebbe opportuna, per non dire necessaria. Per questo motivo le varie forme di animalismo, e in particolare l’antispecismo, che teorizza l’urgenza per l’umanità di dismettere la sua cieca ansia di dominio, sono un bene prezioso, un modo di osservare il mondo e le relazioni fra i viventi degno della massima considerazione.