Mercoledì 24 Aprile 2024

Ma l’Europa ignora la guerra e litiga sul gas

Roberto

Giardina

Sulle notizie dal fronte in Ucraina si ha sempre poca certezza. Gli ucraini riconquistano vaste zone nel Donbass, oltre mille chilometri quadrati, annuncia Zelensky. Gli occupanti russi sono in fuga. L’inizio della fine per Putin? O la propaganda gonfia successi parziali, che avvengono in ogni conflitto? Una ritirata strategica per sfiancare gli ucraini? Domande senza una risposta convincente. In questi sei mesi di guerra, troppe volte sono arrivate smentite, i russi erano alle porte di Kiev, poi si sono ritirati, l’esercito di Putin è stremato, e subito dopo avanza. Non è questo che conta. Per la prima volta gli ucraini ottengono una vittoria, sia duratura o no, e gli europei appaiono distratti. Si registra e non si esulta. Non per prudenza, siamo preoccupati da altro. Dalle bollette per luce e gas, dall’inflazione. Inutile sdegnarci, fare la morale, anche questo è umano, ma i nostri problemi sono in gran parte conseguenze della guerra. Non siamo uniti. Si litiga sul tetto al prezzo del gas. A qualcuno conviene, forse a noi, ad altri no. La Germania si oppone. La Polonia denuncia che l’egoismo di Berlino è un disastro per l’Europa. Ma neanche i tedeschi sembrano stare bene. Anzi, nei giornali si leggono inviti a copiare dagli italiani, e dagli spagnoli. Si manifesta contro le sanzioni a Praga. Un autunno caldo, un inverno di rabbia? si chiede la Berliner Zeitung. Divisi sono i francesi, gli olandesi pensano agli affari. Non ci preoccupiamo di quanto avviene dall’altra parte. Il 15 e il 16 settembre, Putin incontra a Samarcanda in Uzbekistan il presidente cinese Xi Jinping per rinsaldare l’alleanza. Rivali fino a ieri, ora sono uniti contro l’Occidente. E l’India annuncia che continuerà i rapporti con Mosca. In un giornale si dovrebbero trovare risposte e non domande. Ma, onestamente, chi oggi ostenta sicurezza, o illude o si vuole illudere.