Ma in Germania la guerra fredda non è mai finita

Roberto

Giardina

È un caso da commedia malinconica più che un thriller di spie. A Berlino un elettricista ha inviato le planimetrie del Bundestag, il Parlamento, al Gru, il servizio segreto militare russo, che ha un suo uomo all´ambasciata, come è a tutti noto. La prima domanda da porsi è: per farne ché? Ma il procuratore generale Peter Frank ha preso la faccenda sul serio, Jens F., 55 anni, corre un grave rischio. La guerra fredda non finisce mai. E poi il Gru è accusato di aver ucciso diversi oppositori di Putin, l´ultimo Alexey Navalny, salvato in extremis in un ospedale di Berlino dopo essere stato avvelenato.

I russi avrebbero hackerato tempo fa il sistema di comunicazione online del Parlamento. Jens, lo Spionen, in tedesco fa più effetto, dipendente di una azienda incaricata di controllare gli impianti elettrici, ha registrato i dati su un Cd e li ha spediti all´agente russo, che non ha detto di no. Sarò scettico, presumo che li abbia accettati per compassione. Jens era un ufficiale della IX Panzerdivision della scomparsa Ddr, e collaborava con la Stasi, il servizio segreto del regime,

la famigerata e temutissima Gestapo rossa.

Con la caduta del "muro", perse la divisa e fu costretto a indossare la tuta da operaio. Spiare è una passione, oltre che un vizio, ha colto l´occasione, e ha informato i vecchi amici sovietici, anzi russi, non è un lapsus. Il Bundestag è il vecchio Reichstag, che risale al 1894, che segreti può nascondere? Nel maggio del ´45, appena conquistata Berlino, i soldati dell’Armata Rossa, entrati nel vecchio palazzo bruciacchiato dalle bombe, scrissero sui muri le solite frasi: "Mischa è stato qui", "Vittoria", e anche parolacce.

Dopo la riunificazione, quando il Reichstag venne restaurato, volevano cancellare tutti i graffiti. La presidente del parlamento, Rita Süssmuth, si oppose: "Quei giovani sconfissero il nazismo". Si potrebbe perdonare anche Jens, uno sconfitto della storia, che è rimasto una spia per nostalgia.