Mercoledì 24 Aprile 2024

Ma è un segnale Sulla pandemia non si scherza

Antonella

Coppari

In campagna elettorale, si sa, ogni argomento è buono per fare polemica. Quella scatenata dai due Mattei, Renzi e Salvini, contro la candidatura del virologo Andrea Crisanti, però, rischia di essere un boomerang. Di ritorcersi contro di loro. L’obiettivo di Enrico Letta quando ha messo al professore la casacca di capolista nella circoscrizione Europa non era quello di puntare su uno dei tanti virologi-star creati dalla tv in questi anni di pandemia – tra l’altro nella giostra degli scienziati che hanno occupato in pianta stabile lo schermo lui è stato uno dei più ragionevoli – ma quello di lanciare un segnale di continuità nella gestione della pandemia con quanto fatto dal governo Conte bis prima, e da quello di Draghi poi. Quindi una linea rigorosa, alternativa a quella dei Bolsonaro, dei Trump e di tutti i fan del negazionismo scientifico caro ai No-vax.

Ecco perché dal punto di vista dell’attrattiva elettorale il segretario del Pd ha fatto un ’bell’acchiappo’. Crisanti è rassicurante non solo per le persone più âgées, più anziane,che nei mesi terribili della pandemia si sono fatte ’guidare’ dagli esperti. Ma anche per coloro che ritengono che la tutela della salute valga bene tanto qualche vaccino quanto qualche rinuncia. In fin dei conti, proprio il periodo più duro del virus è stato una dei pochi momenti nella nostra storia in cui si era creata una corrispondenza reale tra governanti e governati: la popolarità di Conte in quei mesi ne fa testo. Perché dunque non arruolare tra le proprie fila chi è stato tra i protagonisti di quella fase?

Ma c’è di più: magari di malavoglia, forse con più di un retro pensiero, fatto sta che tanto Renzi quanto Salvini hanno appoggiato quella gestione del Covid. Suona un po’ singolare sentire adesso il leader di IV dire: "Ho paura che, al primo raffreddore, ci prendiamo una quarantena di due mesi e non ne usciamo". Più che mettere le mani avanti in vista di una possibile recrudescenza autunnale del virus, quella dei due leader sembra configurarsi come una specie di vendetta postuma.