Sabato 20 Aprile 2024

Ma davvero non c’è stato nulla di bello?

Michele

Brambilla

Non mi riferisco all’opportunità che una crisi come questa pandemia ha presentato in termini di riflessione sulle cose che contano, sulla solidarietà, sulla necessità di riorganizzarci eccetera: di tutto questo s’è già parlato, e fin troppo. Non mi riferisco neppure al fatto che la mancanza di cose semplici della quotidianità (come incontrarsi e abbracciarsi) ci ha fatto capire, o dovrebbe averci fatto capire, che non dobbiamo dare nulla per scontato. Anche di questo s’è discusso tanto.

No, mi riferisco proprio a tanti fatti, piccoli e grandi, che non c’entrano nulla con la pandemia, neanche indirettamente. Fatti piccoli e grandi che ci sono capitati e che rivivremo con nostalgia quando li ricorderemo negli anni che verranno. Fatti piccoli e grandi che ci siamo dimenticati di inserire nel riassunto dell’anno passato. Qualche giorno, qualche sera, qualche ora, un incontro, un’amicizia nuova: momenti che, se riavvolgiamo il film del 2020, vorremmo fermare e respirare di nuovo. Sarà pur capitato, a ciascuno di noi, anche qualcosa di bello.

Non si tratta di trovare consolazioni. Ma di imparare a ringraziare (e basterebbe il fatto di essere vivi alla fine di un anno così, per dire un grazie). Invece, sta passando il principio che l’anno nuovo “deve risarcirci” del male che abbiamo subìto, come se avessimo un diritto (e nei confronti di chissà chi). E pensiamo che basterà cambiare calendario. Sul sito ilsussidiario.net ho letto un articolo che cominciava così: “Ma ve li immaginate i nostri nonni che danno la colpa della guerra al 1944 e si affidano al capodanno del 1945 perché tutto possa andare meglio?”.

Quel che sarà l’anno appena cominciato non ci è dato ancora di sapere. Ma molto dipenderà da noi, anche dalla nostra capacità di saper cogliere e trattenere le cose belle che la vita ci regala sempre, perfino negli anni “orribili”. Buttare via con un tiro di sciacquone il passato non è un buon viatico per il futuro.