Ma dall’estero può entrare chiunque? Confini aperti ai contagi d’importazione

Se uscire dalla regione è vietato a chi risiede nelle zone rosse, l’Italia non impedisce l’ingresso ai viaggiatori provenienti da Paesi a rischio

Coronavirus, seconda ondata in Europa

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Roma, 7 novembre 2020 - Severi in Italia, aperti in Europa, in guardia di fronte al resto del mondo, come da disposizioni "per Stati e territori di cui all’elenco..." (e giù commi). La scivolosa materia della limitazione agli spostamenti da e per l’estero – meritevole di doverosa attenzione anche in tempo di pace – raggiunge l’apice della complicazione in questa seconda ondata Covid. E non farà certo piacere agli abitanti delle regioni rosse e arancioni, blindati nei propri comuni eo isolati nei confini regionali salvo eccezioni in Dpcm, sapere che la mobilità da e verso il nostro paese comprende nazioni vicine in piena crisi sanitaria come Austria, Slovenia, Croazia, Francia in lockdown, Belgio, Germania, Spagna, Regno Unito: manica larga al prezzo massimo di un tampone (e solo in certi casi), rispetto ai doveri di chi in Italia non può allontanarsi da casa. Anche se il traffico aereo, di questi tempi, è davvero minimo.

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Coronavirus Italia, bollettino dei contagi Covid del 7 novembre

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Un ripasso può aiutare. Meglio di tutti (elenco A) sta chi entra ed esce da San Marino e Città del Vaticano: nessuna limitazione. Dai paesi in elenco B (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Andorra, Monaco) è possibile entrare in Italia senza obbligo di isolamento: basta l’autodichiarazione.

Diverse le regole per i paesi in elenco C. Nessun problema – alla nostra frontiera – per chi dall’Italia voglia raggiungere Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda del nord. Al contrario i provenienti da questi paesi (dopo soggiorno o anche semplice transito nei 14 giorni precedenti) dovranno presentare attestazione di negatività con tampone molecolare o antigenico nelle 72 ore precedenti, oppure sottoporsi all’esame rapido in aeroporto o entro 48 ore presso l’Asl indicando il domicilio per l’isolamento fiduciario. Il tampone non è necessario per chi riparte entro 120 ore.

Da e per i paesi del Gruppo D – Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Romania, Ruanda, Sud Corea, Tailandia, Tunisia, Uruguay– c’è libertà di spostamento. In caso di rientro in Italia è però "necessario sottoporsi ad isolamento e sorveglianza sanitaria", compilare l’autodichiarazione di rito e raggiungere "la destinazione finale con mezzo privato".

L’elenco E include tutti gli altri paesi del mondo (compresi Stati Uniti, Russia, India e Cina): gli spostamenti da e per questi stati sono consentiti solo "per comprovati motivi di lavoro, di salute o di studio, di assoluta urgenza e di rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza". Tutti i rientranti debbono fornire specifica autodichiarazione, raggiungere la propria destinazione finale con mezzo privato, osservare 14 giorni di isolamento e sorveglianza sanitaria.

Frontiere chiuse invece per i paesi in elenco F (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Dominicana, Kosovo, Montenegro, Colombia), salvo eccezioni per italiani di rientro, personale viaggiante, soggiornanti di lunga data. Sempre ammessi al di là degli elenchi, i ricongiungimenti affettivi e familiari.

 

 

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