Ma a un papà serve forza, non solo soldi

Piero

Fachin

Sì, dai, è chiaro quel che ci contesteranno. Ci spiegheranno che l’età anagrafica conta fino a un certo punto, anzi diranno che non conta proprio. Che non si può schematizzare, catalogare, imbrigliare vite e persone dentro luoghi comuni. Preciseranno che esiste sempre l’eccezione, esiste il genio, esiste un modo altro di vivere e di intendere la vita. Perché - e qui irrompe Guccini -"ci vuole scienza, ci vuol costanza ad invecchiare senza maturità". Dicano pure. Però fare un figlio a 90 anni è profondamente sbagliato, una mezza follia. È sbagliato perfino se ti chiami Bernie Ecclestone e hai una compagna giovane e bella, da sogno. È sbagliato anche se sei uno che ha così tanti soldi da assicurare alla discendenza tutta, ai nipoti e ai nipoti dei nipoti, un futuro di totale relax. Il fatto è che per fare un figlio ci vuole (anche) un fisico bestiale. Se pure fosse immortale, il papà novantenne dovrebbe comunque rendersi conto del fatto che i bimbetti di oggi sono molto più esigenti di quelli nati ai tempi suoi, ovvero un secolo prima. Oggi ti tocca giocare alla corsa con loro. Devi avere fiato e zero problemi con la prostata, devi andare alle riunioni di classe. Devi essere capace di sistemargli al volo la PlayStation, e lo devi saper fare tu, perché se deleghi al maggiordomo perdi punti agli occhi dell’erede. Senza scordare che in questo periodo siamo tutti confusi, e ci farebbe bene perfino un po’ di sana banalità. Cose da niente, come fare il padre quando hai la forza per fare il padre e come passare il testimone quando il momento arriva.