Ma 15mila dollari al secondo sono troppi

Roberto

Pazzi

Parodiando una massima di Leibniz, se il mondo, dopo 21 mesi di pandemia, ha potuto consentire ai 10 uomini più ricchi di guadagnare 15.000 dollari al secondo, significa che è diventato il peggiore dei mondi possibili. Non regge più né l’ottimismo razionalistico di marca volteriana, né la fede hegeliana prima, e poi crociana, del "tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale". E si è appena consumata la caduta del comunismo. Dai terribili numeri denunciati da Oxfam, si evince il disastro di una distribuzione dei beni che pare legittimare Schopenhauer, quando scriveva, contro la fede hegeliana nell’inverarsi del progresso della Ragione, che la Storia è solo un arabesco di fumo casuale e insensato, privo di alcun disegno ascensivo.

Già nel passato della nostra vecchia Europa abbiamo assistito a balzi indietro della razionalità, a regressi paurosi di civiltà. Come nei due ultimi secoli di Roma al tramonto, quando barbari forti e avidi di conquiste, attratti dal mito della ricchezza dell’Impero languente, si precipitarono sulla città eterna con i sacchi che la ridussero dal milione di abitanti di Augusto, a quindicimila, nel 590, all’epoca di Gregorio Magno e dei Longobardi. Ne emergeva allora una legge dei vasi comunicanti che, con la corsa verso l’Europa dei migranti in fuga da carestie e povertà, sembrerebbe oggi rinnovarsi. Dove si crea un vuoto, si corre a occuparlo. È uno degli assilli di papa Francesco, anche contro "l’inverno delle nascite", come se la storia fosse una cattiva maestra. Più probabile che gli uomini siano cattivi scolari, sembra volerci ammonire. Ma questi sussulti all’indietro la memoria storica non li dimentica. Penso all’orrore del colonialismo europeo ai danni di popoli e civiltà di altri continenti, dopo la scoperta dell’America. E poi, più vicini a noi, all’avvento del nazismo di Hitler, ai milioni di vittime dei genocidi armeno, ebraico e curdo.