Venerdì 19 Aprile 2024

M5S senza pace, rischio divorzio Conte-Grillo

Il fondatore fa saltare la presentazione del nuovo statuto prevista per giovedì: non accetta di essere relegato nel ruolo di padre nobile

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di Elena G. Polidori

La foto che li ritrae, fianco a fianco, sotto l’ombrellone sulla spiaggia di Marina di Bibbona è ormai finita nel cestino. Beppe Grillo e Giuseppe Conte sono ai ferri corti e non si sa come andrà a finire la partita: in gioco ci sono anche le scelte delle liste per le prossime amministrative che nei piccoli comuni, con questa incertezza, rischiano persino di saltare.

Dunque, è braccio di ferro Grillo-Conte .Il primo non vuole "cedere" nulla del suo potere sul M5s, vuole anzi maggior spazio per imprimere una svolta nettamente ecologista, verde, al "Movimento 2050", senza trasformarlo in una "mini Dc" come invece sembrerebbe piacere al secondo che, tuttavia, non ha alcuna intenzione – di contro – di farsi commissariare da leader, sorte che è già appartenuta a Luigi Di Maio con esiti che sono stati sotto gli occhi di tutti.

Ecco dunque che, in questo clima, il "via" al nuovo soggetto politico e al suo nuovo Statuto slitta ancora a data da destinarsi. Sulla carta, il giorno scelto doveva essere giovedì prossimo, a Roma, in una grande sala cinematografica capitolina, dove l’ex premier avrebbe presentato il suo progetto, una ‘sfida’ che Beppe Grillo gli ha affidato a febbraio e che doveva essere condivisa. Ma proprio le ultime distanze su alcuni punti fondanti dello Statuto avrebbero mandato tutto all’aria.

I nodi riguarderebbero l’estromissione di Grillo dalle scelte politiche, con un ruolo – ritagliato solo per lui – di "padre nobile", dunque neppure "Garante", ma solo elemento di un Pantheon ancora tutto da formarsi dentro il Movimento. E ancora – raccontano alcuni bene informati – Grillo sarebbe deluso e arrabbiato per il nuovo corso, ma Conte non gliela vorrebbe dare vinta, convinto del cambiamenti da lui impressi nel M5s siano fondamentali, mentre dall’altra parte ci sarebbe anche "amarezza" per non essere stato chiamato a partecipare alla stesura del neo statuto.

Di qui le freddezze prima e le rigidità poi, culminate – si racconta – con uno scontro acceso dove Grillo avrebbe rivendicato la volontà di avere "l’ultima parola" sulla sua creatura, anche sotto il profilo politico, e su questo avrebbe fatto chiaramente capire di non essere intenzionato a cedere.

Brutta aria, insomma. Sempre fonti grilline riportano ancora che Grillo vorrebbe dire la sua anche sulla conformazione del futuro organismo direttivo (la cosiddetta segreteria "mista" che sarà composta da nominati ed eletti dagli iscritti), visto che finora ha sempre detto lui l’ultimo "sì" a ogni nomina o ruolo dentro il Movimento.

Tutto ancora in aria, ma il tempo stringe, soprattutto sul fronte elettorale. Non appena sarà lanciato il nuovo soggetto, infatti, si dovrà subito votare per l’elezione di Conte e per il varo concomitante dello Statuto. Poi potrà partire il resto della "macchina politica", sempre dopo il voto degli iscritti che avranno a disposizione ben due piattaforme che gestiranno la partecipazione in rete del Movimento: un modo per evitare l’accentramento di poteri e, garantiscono, anche di risparmiare, visto quanto costava il mantenimento della piattaforma Rousseau. Da cui ieri è uscito un elemento storico del Movimento, ovvero il fedelissimo di Casaleggio, Pietro Dettori. Anche lui vuole far parte della "nuova storia" dei 5 stelle. Sempre che cominci mai.