Giovedì 18 Aprile 2024

M5s, candidati in deroga Appendino in campo E si scalda Di Battista

L’ex sindaca di Torino si fa avanti nonostante le polemiche per i casi giudiziari. Regolamento eluso con interpretazioni accomodanti, difficile l’opzione Raggi

di Elena G. Polidori

Certo, sarebbe quantomeno gustoso: vedere – dopo Calenda – che anche Fratoianni e Bonelli trovano il verso di strappare dall’"abbraccio mortale" del Pd per cominciare a ripensare a un asse di sinistra-sinistra. Nelle fila dei 5 stelle questo è il sogno proibito, a pochi giorni ormai dallo stop alle candidature. Ad ogni modo, il caos che regna tra i dem è occasione per Giuseppe Conte per sparare contro Enrico Letta, bocciando qualsiasi ipotesi di un ritorno di fiamma con quelli del Nazareno. "A Enrico – ecco il proiettile – rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati". "Posso solo dire – ha proseguito il leader M5s – che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II". "Noi – ecco il passaggio più importante – non siamo professionisti della politica. Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa".

I 5 stelle correranno quindi da soli alle prossime elezioni anche se, a dispetto della posizioni nette di Conte e Letta, diversi esponenti "moderati" nel Movimento sperano in un esito diverso. Intanto, c’è chi si prepara a passare dalla poltrona in Parlamento a quella del vecchio ufficio. Chi si dedicherà a scrivere un libro, chi aspetta un incarico dal partito, ma anche chi, fra i circa cinquanta parlamentari del M5s che non possono ricandidarsi dopo due legislature, ha il dubbio su cosa fare dall’autunno. E c’è chi tra i big si fa avanti per una candidatura come l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino: "Sono qui per dirvi che ho deciso di mettermi a disposizione della comunità del M5s", ha scritto in un post su Instagram. Lei era finita al centro delle polemiche per la condanna in primo grado per falso in atto pubblico, poi superata dall’assoluzione in secondo grado, ma soprattutto per la condanna ad un anno e mezzo per i fatti di piazza San Carlo, dove morirono due persone, una condanna tuttavia "colposa" per la quale non esiste un vero e proprio veto statutario alla candidatura. Per questo, l’ex sindaca di Torino può entrare in gioco. "Il Movimento – ha aggiunto – è la mia casa politica e sono orgogliosa di farne parte. E quando sei parte di qualcosa devi avere il coraggio di metterti in gioco, anche nei momenti più difficili".

Resta nel Movimento l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, uno dei big che fino all’ultimo sembrava poter strappare un nuovo giro in Parlamento. "Non ho mai chiesto deroghe", assicura spiegando di essere "già da qualche mese tornato allo studio legale che avevo fondato ben prima di entrare in politica". "Cosa farò adesso? Semplicissimo. La campagna elettorale", promette Roberto Fico.

Nessun corteggiamento, nessun coinvolgimento del presidente della Camera, tagliano corto dal Pd, smentendo indiscrezioni che invece trovano qualche conferma per alcuni che al Movimento hanno dato l’addio. Come Federico D’Incà e Davide Crippa che assieme ad Alessandra Carbonaro hanno presentato il simbolo di una nuova associazione politica, Ambiente 2050. Sono pronti a "combattere" per il M5s anche senza poltrona altri "portavoce" uscenti, da Gianni Pietro Girotto a Daniele Pesco, fino al sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia, che ha dato la sua disponibilità a Giuseppe Conte, "fosse pure volantinare o stare ai gazebo". Luigi Gallo promette un contributo con il suo libro Il manifesto della società del ben-essere. "Io sosterrò il Movimento in qualsiasi ruolo sia, da semplice attivista in su", spiega Danilo Toninelli, e dovrebbe mantenere un ruolo nel partito anche Paola Taverna. Escono invece dal Parlamento anche 5 Stelle della prima ora, come Maria Edera Spadoni rivendicando però di avere, nel corso della sua carriera politica, con le restituzioni, "rinunciato a oltre 300 mila euro: li ho donati al microcredito, alle scuole per progetti ecologici, ad enti caritatevoli e di solidarietà". Insomma, per capire chi entrerà il prossimo giro ci sarà ancora da aspettare, ma un nome circola come certo, quello di Alessandro Di Battista (che però non può vantare il requisito di sei mesi di iscrizione al Movimento, come previsto dal regolamento per la candidatura), mentre per Virginia Raggi la deroga, probabilmenhte, non arriverà.