Lino Banfi, l'urlo di Oronzo nelle notti magiche. "Azzurri, fatemi un altro regalo"

Il ‘porca puttèna’ di Banfi è diventato il grido di gioia della Nazionale: "E il giorno della finale compio gli anni"

La locandina de 'L'allenatore nel pallone'

La locandina de 'L'allenatore nel pallone'

Chissà se qualcuno stasera griderà di nuovo "porca puttèna!" davanti alle telecamere. Mancano poche ore alla sfida con la Svizzera: l’Italia cerca di ’macchiare’ di azzurro questi Europei. E il suo grido di guerra lo ha griffato Lino Banfi. Venerdì, quando Ciro Immobile ha segnato contro la Turchia, è corso alla telecamera. Come Batistuta, come Maradona. E non ha gridato "Irina te amo!" come Batigol, ma "porca puttèna!". Lo faceva seguendo le istruzioni di Lino Banfi. L’attore, Oronzo Canà nell’Allenatore nel pallone, aveva mandato alla vigilia un video al suo amico Giorgio Chiellini, capitano della Nazionale. Aveva profetizzato un gol di Immobile su assist di Spinazzola. "Quando esulterai, Ciro, devi gridare ‘porca puttèna’, capito?". Ciro lo ha fatto davvero. E poco dopo, anche Lorenzo Insigne, al gol del 3-0. E "porca puttèna" è diventato un grido liberatorio per l’Italia che torna a vivere, a giocare, a vincere. Ieri il ct Mancini è tornato sull’argomento: "Oronzo Canà era avanti anni luce, rispetto a tutti noi. Abbiamo fatto insieme il corso per allenatori a Coverciano. Lui prese 110 e lode per il suo 5-5-5".

Lino, il suo grido di guerra è virale. Come è nato tutto?

"Sono amico di Giorgio Chiellini. E mi è venuto in mente di mandargli un piccolo video. Giorgio si è divertito, l’ha fatto vedere a Mancini, e il ct ha deciso di mostrarlo a tutti i giocatori, per stemperare la tensione prima della partita. Nel suo piccolo, ha funzionato!".

Lei ha indicato un’azione Spinazzola-Immobile. Profetico.

"Era facile: chi segue questa Nazionale ha visto come Spinazzola, quando mette il turbo, sia fantastico nel crossare al centro, dove c’è Immobile. E poi mi piaceva il gioco di parole: ‘voglio Spinazzola Immobile’, per poi correggermi: no, non deve essere immobile! Deve correre!".

Per la partita di stasera, che cosa si aspetta?

"Deve puntare sulle tre S: saettata, sinistra, Spinazzola. Se andassimo avanti, ‘porca puttèna’ potrebbe diventare un coro: Po-po porca puttè-na!".

Cosa si augura per questa Nazionale e per questa Italia che torna a vivere?

"Il giorno della finale di Wembley è il mio ottantacinquesimo compleanno. L’ho detto agli azzurri, nel video: raghèzzi, io ormai sono arrivato ai tempi supplementari. Ma voi siete giovani, dovete lottare. Se la Nazionale arrivasse l’11 luglio in finale, sarebbe un bellissimo regalo di compleanno. Per l’Italia vorrei che imparassimo a tornare a vivere, a piccoli passi".

Quali giocatori la colpiscono?

"Ho un debole per i due napoletani, forse perché da giovane ho lavorato a Napoli. Insigne, che è di Frattamaggiore, ha un nome che è già un titolo nobiliare: è un talento immenso, ed è la riprova che nelle botti piccole sta il vino buono. Per me, che sono piccoletto e meridionale, come lui, è fonte di orgoglio. Ammiro moltissimo Barella. E Giorgione Chiellini, che pare scolpito da Michelangelo".

Quanto conta per lei sentirsi italiano?

"Molto. Scherzando lo dicevo a Napolitano, quando era presidente: ‘Spesso mi chiamano ‘il nonno d’Italia’, ‘Lino nazionale’. Tagliamo la testa al toro e mi faccia chiamare ‘Lino di Mameli’!".