Mercoledì 24 Aprile 2024

L’urgenza dei 5 Stelle? Il terzo mandato

Gabriele

Canè

Se è vero quello che ha rivelato Renzi, e Renzi è uomo d’onore, l’abbiamo scampata bella. La caduta del governo Draghi, peraltro da tempo già scivolato e pieno di lividi, è niente infatti rispetto al rischio che ha corso il Paese di veder nascere un Conte ter: in questo senso avrebbero tramato alcuni esponenti Pd, con una operazione di Palazzo fortunatamente fallita. Perché, con tutto il rispetto, di Conte e del suo Movimento lento non si sente proprio il bisogno. Abbiamo già dato, e fatto bis. Del resto, non si sentono nemmeno loro, prostrati forse dall’imminente trasloco di tanti deputati e senatori verso redditi minori, forse anche di cittadinanza. Per correttezza va detto che ieri Conte un segno di vita l’ha dato prendendosela con il Pd che non lo vuole a Roma ma ci va a braccetto a Palermo. Dichiarazione che non lascerà il segno sulle prossime elezioni. A cui i 5Stelle non si sa bene con chi andranno, essendosi auto proclamati progressisti come un’altra decina di partiti e partitini, molti dei quali non vogliono confondersi con loro. Ed avendo sul groppone l’innesco della crisi, con la sfiducia a un decreto che stanziava 20 miliardi per ristorare dai morsi dell’inflazione i ceti meno abbienti, quelli che dovrebbero (in teoria) essere nel cuore di una forza progressista. Storia vecchia, oramai. Adesso altre urgenze premono nel mondo grillino, o in ciò che resterà da qui al 25 settembre visto il fuggi fuggi passato, presente e futuro, in nobile competizione con Forza Italia. Urge, ad esempio, la decisione se e a chi concedere questo benedetto terzo mandato. Riguarderà probabilmente i non moltissimi che saranno eletti, stando ai sondaggi. Ma proprio perché i posti si restringono e la voglia di restare in sella si allarga, se ne vedranno delle belle per la composizione delle liste. Nel frattempo, godiamoci i loro silenzi. Riserbo? Riflessione? Possibile. Magari non hanno niente da dire. Probabile.