
A differenza degli altri animali, che al momento del congedo lasciano alla Terra una modesta carcassa, l’uomo fa di tutto...
A differenza degli altri animali, che al momento del congedo lasciano alla Terra una modesta carcassa, l’uomo fa di tutto per consegnare un’eredità memorabile e catastrofica. È stato tranquillo nei primi tempi della versione definitiva di Sapiens Sapiens, circa 300mila anni fa, solo perché era impegnato a inseguire le sue prede sulle rotte migratorie. Poi si è fermato, ha messo su casa, si è creduto padrone dell’ambiente e sono cominciati i guai. Dissoda un campo oggi, devia un fiume domani, costruisci, disbosca. Così per 10-12mila anni. Un crescendo inarrestabile che ha trasformato il pianeta in un banchetto agli sgoccioli, con le bottiglie rovesciate e i piatti sporchi. Solo chi è in malafede continua a sostenere che non siamo colpevoli di niente. Inquinamento chimico, oceani plastificati, scarti industriali. Avanzi, avanzi, avanzi. Caldo asfissiante e ghiacciai ridotti a ghiaccioli. Una sola specie è stata capace di lasciare tracce dagli abissi alla troposfera, al punto che il geologo premio Nobel Paul Crutzen nel 2000 decretò l’alba di una nuova era, l’Antropocene, per indicare la violenza della zampata umana sulla natura. Siamo partiti con un certo contegno, ci siamo scatenati negli ultimi 150 anni. E se oggi non siamo in Amazzonia ma fuori ci sono 40 gradi umidi peggio per noi.