Giovedì 18 Aprile 2024

L’ultima sfida contro il tempo In un thriller

Migration

Fabrizio

Carcano

u lo hai letto quel thriller di Clinton e Patterson? Sì, ecco, io ne voglio scrivere uno migliore del loro". L’ondata della pandemia si stava ritirando, lasciando una scia infinita di morti e lutti in tutta la Lombardia, e intanto la sua malattia lo aveva già aggredito, quando ho ricevuto questa telefonata di Roberto Maroni. Era il giugno 2021. Sapevo che era stato operato d’urgenza, che non tutto era risolto. Però al telefono era il solito Bobo, determinato come sempre, ottimista. "Quando possiamo uscire? Entro un anno?".

I libri hanno tempi lunghi, lui sapeva di non averne molto: dieci mesi dopo il testo era pronto, completo. Ci siamo visti per un caffè a Milano, con il co-autore e amico, Carlo Brambilla, ex firma dell’Unità. Poi, in estate, le mie correzioni finali da editor, poca roba rispetto a quello che faccio di solito per altri libri. E lui a commentare via Whatsapp. Felice quando l’editore Fiorenza Mursia ha deciso di pubblicarlo senza attendere, subito, per essere in libreria a ottobre, un mese fa. Troppo tardi per poterlo presentare lui al pubblico, se non sui social. Ma in tempo per vederlo nero su bianco, sugli scaffali delle librerie. Maroni è stato un politico e uomo delle istituzioni, ma voleva diventare un grande thrillerista e ci stava riuscendo. E se avesse avuto più tempo…

Questo suo thriller – in parte biografico perché il protagonista, il ministro Macchi, è il giovane Maroni del 1994, il 39enne che entrava al Viminale in punta di piedi, con le sue passioni per il Milan e la musica suonata e ascoltata, con i bambini ancora piccoli e non ormai adulti come nella realtà – rappresenta una sorta di ultimo lascito pubblico. Il Viminale esploderà resta la sua ultima sfida, vinta contro il tempo che scorreva troppo veloce, contro la malattia che lo inseguiva, contro un destino che ha accettato con coraggio e serenità, vivendo la quotidianità fino all’ultimo.