Martedì 23 Aprile 2024

L’ultima rissa è sul candidato donna Oggi nuova conta, cresce Mattarella

Débâcle centrodestra sulla Casellati, Salvini e Conte vorrebbero il capo dei servizi segreti. No di FI e Renzi

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di Antonella Coppari

Il primo giro di giostra si conclude in modo rovinoso: dopo cinque giorni di paralisi, la seconda cittadina dello Stato viene umiliata non solo dalla sconfitta in Aula, ma da decine di franchi tiratori. Dalle macerie esce il nome di Elisabetta Belloni, capo del Dis, su cui si compone l’inedito asse Letta-Salvini-Conte con la benedizione della Meloni. Sembra un asse poderoso ma una dopo l’altra emergono voci in dissenso nei partiti che la dovrebbero sostenere, tali da far temere un tonfo micidiale come quello della Casellati. Il segnale più forte arriva da Luigi Di Maio che, in contrasto con il suo leader, avverte: "Indecoroso bruciare un alto profilo come il suo". A notte arriva la frenata di Conte e quella del segretario Pd, preoccupato di placare la ribellione dei gruppi: "Fondamentale un incontro prima del voto. Per il Quirinale non può esserci una soluzione che spacchi la maggioranza tenendo conto della novità dell’autonomizzazione di Forza Italia". Tant’è: il centrosinistra è intenzionato a votare scheda bianca stamani.

Oramai però la parola donna è stata pronunciata, sul tavolo tornano le candidature di Marta Cartabia e Paola Severino in una rosa che ha altri petali: Draghi, Casini, Mattarella, Amato. È cambiato lo schema di gioco: non è più il centrodestra con il suo leader, Salvini, a guidare le danze. Ora la partita si gioca sul campo trasversale della maggioranza di governo con l’obiettivo di arrivare a un nome condiviso. Tira un’aria mesta dopo che la sesta votazione si è conclusa con un altro buco nell’acqua: "Stiamo lanciando pessimi messaggi al Paese", dice un senatore FI. Gli estremi per un collasso della credibilità della politica ci sarebbero tutti, anche se il colpo più micidiale arriverebbe sulla testa di Salvini, il regista della disastrosa operazione Casellati.

Ma l’emergenza è comune e per questo all’improvviso i partiti ingranano la quarta. E il leader leghista, pressato dall’esigenza di non essere inchiodato all’immagine di un Papeete 2, è più attivo di tutti. Va da Conte, quindi incontra Draghi: di fatto torna sulla via di un accordo bipartisan che garantisca i numeri per una fumata bianca. Con il colpo di teatro di una presidente donna che farebbe dimenticare ogni altro errore. La trattativa ufficialmente si apre con un summit negli uffici M5s alla Camera all’ora del tè tra l’ex ministro dell’Interno, il segretario del Pd e il presidente 5s. Diverse le ipotesi di lavoro. Dai risultati dell’ultimo round, la più gettonata appare la soluzione del Mattarella bis: i 336 consensi ricevuti sono un chiaro segnale lanciato da un pezzo dei democratici assieme ai grillini e parte dei centristi. La Casellati qualche ora prima ne aveva raccolti 382, nonostante fosse stata indicata dai leader di uno schieramento che ne aveva 453 sulla carta. "Invitiamo tutti a ragionare sul risultato", dicono dal Nazareno.

L’ipotesi "super Mario" appare ancora bloccata dai veti. Irremovibile Conte, la cui unica battaglia in queste settimane è stata quella di fermare il premier. I centristi hanno lavorato tutto il giorno per spingere l’opzione "moderata" di Pier Ferdinando Casini, con una controindicazione che ieri ha preso sempre più corpo fino a destare dubbi negli stessi renziani: il timore che un’elezione dell’ex presidente della Camera possa spingere Draghi verso la dirittura d’uscita. Non è escluso che la visita di Salvini servisse proprio a verificare gli indici di tolleranza e gradimento del capo del governo.

È in questo quadro che matura l’ipotesi Belloni sponsorizzata da Lega e M5s. "Sto lavorando perché ci sia una presidente donna", annuncia Salvini durante la sesta chiama. "C’è la sensibilità di Salvini, spero di tutto il Parlamento per la possibilità di una presidente donna", rilancia Conte. Ma viene impallinata prima da Renzi: "Il capo dei servizi segreti non diventa Capo dello Stato". Poi da Forza Italia: "Per noi non va bene", dichiara Ronzulli. La ferita Casellati non si è rimarginata: "Tratto io per FI", dice Berlusconi. Si ribellano i gruppi parlamenti del Pd, insorge LeU e un pezzo di Movimento. Se oggi dovesse fallire l’opzione donna, la carta destinata a non incontrare ostacoli resta la riconferma di Mattarella. Qui però non si tratta solo di raccogliere 500 voti, missione facilissima, ma di mettere le cose in modo tale da spingere il presidente ad accettare il bis.