L’ultima follia: la fiera del bebè su misura

Marina

Terragni

Dopo il Salone del Mobile, il Salone dei Bambini, il titolo potrebbe essere questo. Dove compri gameti – seme e ovociti, scegliendoli in catalogo – ma anche embrioni già confezionati a scatola chiusa, che costano meno. O avvii il contratto per affittare il corpo di una donna che ospiti in grembo gli embrioni e – se va tutto a buon fine – te li consegni a fine gestazione: è la cosiddetta maternità surrogata.

Dopo il grande evento del 4-5 settembre all’Espace Champerret di Parigi il carrozzone di “Désir d’enfant”, fiera della procreazione assistita, parte per il Grand Tour nelle maggiori città europee e annuncia anche una tappa milanese, "Un sogno chiamato bebé", il 14-15 maggio prossimi. Nella serata di ieri la Fiera di Milano, con una nota, ha fatto sapere che "l’evento non si terrà negli spazi espositivi del Gruppo".

In Italia la pratica dell’utero in affitto è vietata. La legge 40 (art.12, comma 6) punisce anche la semplice propaganda. La Extraordinary Conceptions di San Diego, California, ha già provato due volte ad aggirare il divieto italiano, convocando in hotel i potenziali clienti. E per due volte le mobilitazioni femministe hanno fatto saltare le convention. Le parigine di Ciams, Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata, si sono mosse con un esposto alla Prefettura – l’utero in affitto è reato anche in Francia – che però non ha avuto riscontro. Allora si sono presentate a manifestare vestite come le ancelle di Margaret Atwood di fronte all’Espace Champerret.

Alcuni politici italiani – tra cui Maurizio Gasparri e Mara Carfagna di Forza Italia, ma anche Valeria Valente e Alfredo Bazoli del Pd – chiedono di non autorizzare l’evento, che intende rilanciare il business dopo lo stop imposto dal Covid e dopo l’orribile vicenda dei neonati nati da utero in affitto stoccati come merce in un hotel di Kiev, Ucraina (la pandemia impediva ai committenti di andare a ritirarli). E il femminismo si appella al sindaco uscente Beppe Sala – e agli altri candidati sindaci – perché si impegni a non autorizzare l’evento, non escludendo un ricorso alla magistratura.