Giovedì 22 Maggio 2025
CLARA LATORRACA
Cronaca

Luis Antonio Tagle, il volto missionario delle Filippine che guarda a Roma e accoglie la comunità LGBTQ+

Chiamato “il Francesco d’Asia” per il suo stile semplice e vicino agli ultimi, il cardinale Tagle è tra i nomi possibili per guidare la Chiesa: a un’apertura verso gli omosessuali unisce posizioni durissime contro l’aborto

Luis Antonio Gokim Tagle è nato a Manila il 21 giugno 1957

Luis Antonio Gokim Tagle è nato a Manila il 21 giugno 1957

In un’epoca in cui la Chiesa cerca nuovi ponti e nuove parole, il cardinale Luis Antonio Tagle si staglia come una delle voci più calde e visionarie. Con il suo regolare sorriso e una voce che sembra parlare sempre intimamente, Tagle incarna l’immagine di una Chiesa umile e vicina agli ultimi, tanto da meritarsi il soprannome di “Francesco dell’Asia”. Già considerato papabile durante lo scorso Conclave, oggi è considerato tra i favoriti nell’elezione del prossimo pontefice.

Tagle, 67 anni, è attualmente il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nominato da Papa Francesco nel 2019. Originario delle Filippine, fu nominato vescovo di Imus da Giovanni Paolo II nel 2001 e successivamente promosso arcivescovo di Manila da Benedetto XVI nel 2011, che lo creò cardinale nel 2012.

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Sebbene abbia studiato filosofia presso l’Ateneo de Manila University — un’università gestita dai gesuiti — e teologia alla Catholic University of America, Tagle non appartiene all’ordine gesuita. Tuttavia, il suo stile pastorale e missionario è spesso paragonato a quello di Papa Francesco.

È considerato progressista per le sue posizioni rispetto all’accoglienza della comunità LGBTQ+ e delle persone divorziate e risposate nella Chiesa cattolica. Nel 2017 il cardinale avrebbe guidato un’iniziativa cattolica sui social media chiamata “Lazarus Project”, utilizzando l’hashtag “#ResurrectLove” per chiedere l’accettazione delle persone LGBTQ+ nelle chiese. E nel 2019, Tagle ha invitato i giovani cattolici a smettere di discriminare o “etichettare” le persone LGBTQ+, chiedendo loro invece di usare “la vostra vocazione, i vostri talenti e la vostra unicità per la maggior gloria di Dio, non contro altre persone o la società”.

Nel 2018 disse: “Inclusione è una parola così bella e dovrebbe essere alla base della Chiesa, che deve sempre essere accogliente, considerare l’umanità di tutti, rimanendo presente accanto a tutti. L’approccio della Chiesa nei confronti delle comunità LGBT è stato un tema affrontato più volte dai vescovi nel sinodo, com’è giusto che sia”.

Tegle e Papa Francesco nel 2015 fanno il gesto che a Manila vuol dire "I love you"
Tagle e Papa Francesco nel 2015 fanno il gesto che a Manila vuol dire "I love you"

Tagle si è schierato in diverse occasioni a favore dei diritti delle donne – ma sempre nel loro ruolo di mogli e madri – e ha denunciato i crimini della tratta sessuale. Rispetto al tema dell’aborto, fortemente criminalizzato nelle Filippine, la posizione del’ex Arcivescovo sono molto dure: nel 2016 ha equiparato l’aborto alle uccisioni di migliaia di persone da parte dell’ascendente regime del dittatore filippino Duterte. “Perché solo in pochi parlano contro l’aborto? Anche questo è un omicidio!”, ha poi ribadito in un intervento a Radio Veritas, nello stesso anno.

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La sua attenzione ai grandi temi della giustizia sociale si estende anche alla difesa dell’ambiente. In un famoso discorso tenuto nel 2008 al Congresso Eucaristico Internazionale, Tagle si è schierato al fianco dei poveri, dei lavoratori, delle donne, denunciando anche l’idolatria che sacrificava in nome dello sviluppo economico: “Quanti alberi, fiumi, colline vengono sacrificati a un dio chiamato progresso?”, chiedeva in quel discorso alla folla che lo applaudiva.