Chi è Luigi Pennelli, il suprematista arrestato in Puglia

In casa dell'uomo sono stati trovati una carabina, una pistola a pallini, una balestra, armi da taglio e mazze da baseball con impressa la svastica nazista. Anche una custodia con nomi di responsabili di attacchi terroristici, fra cui Luca Traini. Era pronto a costruire 'ghost gun'

Bari, 27 ottobre 2022 - Luigi Antonio Pennelli, il suprematista arrestato stamattina in Puglia con l'accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, possedeva un serie di armi e oggetti atti a offendere, fra cui una carabina, una pistola a pallini, una balestra, armi da taglio e mazze da baseball con impressa la svastica nazista. A casa dell'uomo sono stati trovati elementi riferiti all'organizzazione terroristica suprematista statunitense 'The Base', che lo avrebbe indottrinato e "usato" per fare proselitismo. Luigi Antonio Pennelli infatti diffondeva a un ristretto gruppo di persone (tre o quattro al massimo) creato sul web, il materiale propagandistico, rimodulandolo e traducendolo in lingua italiana. L'uomo aveva anche la possibilità di costruire 'ghost gun' da realizzare in prospettiva attraverso l'acquisto di una stampante 3D.

A casa però l'uomo non aveva solo armi, ma anche custodie su cui c'erano iscrizioni riportanti caratteri dell'alfabeto runico, tra cui la 'runa othala', e i nomi di noti suprematisti responsabili di attacchi terroristici: Luca Traini, l'italiano protagonista della sparatoria di Macerata del 3 febbraio 2018, Breivik, Tarrant e Payton Gendron, il 18enne statunitense, autore dell'attentato commesso a Buffalo (Usa) il 14 maggio scorso dove sono morte 10 persone. Per gli agenti "l'intenzione dell'italiano era di passare all'azione".

Pennelli era pronto "al sacrificio estremo a difesa della razza bianca" e agiva in Italia come "lone wolf". L'arrestato era molto attivo su Telegram, dove è stata rintracciata una chat collegata al canale 'Sieg Heil', sulla quale diffondeva materiale propagandistico antisemita e di matrice nazionalsocialista. Nella stessa chat ha anche condiviso un video nel quale, come riportato negli atti giudiziari, "verrebbero rivolte anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre". Aveva anche diffuso messaggi nei quali affermava che era in grado di procurarsi altre armi oltre a quelle già in possesso, rubandole, acquistandole sul mercato nero o aggredento guardie giurate.