Mercoledì 24 Aprile 2024

Ludopatia, la legge ancora non c'è. "Sale gioco più distanti dalle scuole"

La richiesta dell'Agcai, "Stop all'azzardo delle videolottery"

A marzo bloccate 250mila videolottery (Agenzielocali)

A marzo bloccate 250mila videolottery (Agenzielocali)

Roma, 2 agosto 2016 - INTRODUZIONE di limiti orari e distanze dai luoghi sensibili in funzione del danno conseguibile: più si può perdere, più gli apparecchi devono stare lontani. È l’idea innovativa che oggi sarà lanciata a Roma in una tavola rotonda dal titolo “Stop all’azzardo delle videolottery, analisi e proposte per un gioco d’intrattenimento anti-ludopatia”. A presentarla è l’Associazione gestori e costruttori di apparecchi da intrattenimento (Agcai), che da tempo si batte perché il riordino del settore non perda di vista il suo obiettivo primario e cioè la tutela delle persone: sia quelle che frequentano le migliaia di punti gioco seminati nel nostro Paese, sia i dipendenti delle aziende interessate che senza una riforma razionale rischiano il posto di lavoro.

L’INCONTRO di oggi precede di poche ore l’appuntamento con la conferenza Stato-Regioni, che sta lavorando proprio a questo argomento e la coincidenza non è casuale, perché nonostante qualche timido passo di avvicinamento la posizione del governo e quella della categoria restano distanti. L’ultima mobilitazione a Montecitorio, lo scorso marzo, un primo effetto positivo rispetto al disegno di legge lo aveva prodotto: scongiurata la diffusione di 250mila mini videolottery nei bar e la decisione, dal 2017, di dimezzare la vincita massima per quelle già in uso, da 100 euro a 50. Ma all’Agcai non basta, perché la legge non prevede neppure un minimo di distanza per proteggere dalle tentazioni chi va a scuola, nei luoghi di culto o negli ospedali, insomma quelli che vengono considerate zone sensibili e quindi ancora più a rischio. DA QUI la scelta di avanzare una proposta che suona come doppio allarme, considerando come fino a questo momento le norme in vigore siano state regolarmente ignorate. Una cartina di tornasole che già presenta cifre su cui riflettere: in Campania il numero più alto di esercizi (2562) che violano il vincolo dei 500 metri di distanza, seguono Sicilia (1586) e Lombardia (1515) ma anche Toscana (613) ed Emilia Romagna (576) non scherzano. Figurarsi cosa potrebbe succedere se lo Stato decidesse di togliere anche quel minimo di regole... Ma oltre alla salute dei giocatori, soprattutto i più giovani, ci sono in gioco interessi stratosferici e almeno 150mila posti di lavoro con 5000 imprese che potrebbero chiudere i battenti. Lasciando la strada libera al monopolio dei concessionari, oltretutto in evidente violazione delle norme europee dell’antitrust.

UNA PROSPETTIVA che anche a livello politico ha scatenato dure reazioni come quella di Nicola Ciracì, deputato del Cor: «La politica del governo sulla lotta al gioco d’azzardo fa acqua da tutte le parti e sono molto preoccupato per la piega che sta prendendo questa vicenda. Vedo infatti una diffusa tendenza ad affidare l’intero comparto alle grandi multinazionali che gestiscono le sale videolottery, che fra l’altro sono le più pericolose per le tasche dei giocatori. E il fatto che si convochi la conferenza Stato-Regioni su un argomento così delicato proprio il 3 agosto, non fa che aumentare i miei sospetti». Questione di ore, ormai, e capiremo chi ha più probabilità di vincere la scommessa.