Giovedì 18 Aprile 2024

Omicidio Laura Ziliani, Lucia e le sorelle assassine: provo solo rabbia

Brescia, è l’unica figlia non indagata della vigilessa ammazzata. "Litigavano spesso con mamma, ma speravo che le accuse fossero false"

Da sinistra, Laura Ziliani, 55 anni, e le figlie Paola Zani, 19 anni, e Silvia Zani, 27

Da sinistra, Laura Ziliani, 55 anni, e le figlie Paola Zani, 19 anni, e Silvia Zani, 27

"Sono molto turbata da tutto quanto è accaduto. Devo fare i conti, oltre che con la morte della mamma, con l’accusa alle mie sorelle. Ho sperato fino all’ultimo che non fosse così. Adesso provo tanta rabbia". L’attesa. Il dolore. L’angoscia. La rabbia che si mescola col dolore. La madre uccisa. Le due sorelle in carcere con l’accusa di essere le sue assassine. Lucia Zani, la seconda figlia di Laura Ziliani, affida il suo stato d’animo a chi le è più vicino. "Ho sperato fino all’ultimo". Poche parole che racchiudono il duplice dramma di una ragazza di 25 anni, affetta da un lieve ritardo cognitivo, che a Temù descrivono affabile e gentile.

Omicidio Laura Ziliani, l'ombra di altri complici

Nove anni fa la perdita del padre, travolto da una slavina. Lucia era la sola delle tre figlie rimasta a vivere con la madre, che era il suo sostegno, nel condominio di via Ragazzi del ‘99, a Brescia. Oggi a ospitarla è la nonna materna. Nell’ordinanza di custodia che ha portato in cella Silvia Zani, la sorella Paola e Mirto Milani, fidanzato della prima, il gip Alessandra Sabatucci usa parole severe: "La condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancor più odiosa ove si ponga mente al fatto che, così agendo, gli indagati hanno privato Zani Lucia, soggetto disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell’unico genitore superstite".

Ascoltata il 6 luglio dal pm Caty Bressanelli, Lucia aveva tratteggiato un lessico familiare triste, tormentato, un intreccio di tensioni, depressioni, richieste di denaro, spigolosi rapporti interpersonali. Non si fidava delle sorelle da quando le avevano detto "che la nonna è perfida come un serpente" e "brutte cose sugli zii". Silvia "è stata licenziata per ben tre volte. Per quanto ne so non ricevono gli affitti degli appartamenti perché è tutto bloccato". Le sorelle avevano "trattato molto male la mamma, soprattutto Silvia, si arrabbiavano spesso con lei, perché dicevano che non le manteneva, non dava abbastanza soldi, questo soprattutto Paola". E ancora: "Le mie sorelle si arrabbiavano spesso anche con me". Dopo la scomparsa del padre, le sorelle erano cadute in depressione e si sostenevano con le vitamine. Aveva appreso della sparizione della madre da loro e da Mirto, che lei chiamava "il coniglio". Era difficile il rapporto della mamma con la madre di Mirto. E il rapporto con quest’ultimo, all’inizio teso, era migliorato di recente, tanto che il giovane veniva ospitato sia a Brescia sia nell’abitazione di Temù.

Dalle intercettazioni emerge come anche la fragile Lucia si fosse venuta a trovare al centro di quelli che l’ordinanza definisce i "preponderanti interessi economici del gruppo Zani-Milani", preoccupato dall’eventualità che la nonna o i due zii materni potessero farsi avanti per diventarne i tutori. L’attrattiva economica è facilmente spiegata. Lucia, "oltre ad avere l’usufrutto completo dell’appartamento della madre a Brescia, è tuttora comproprietaria delle restanti proprietà della madre Laura insieme alle sorelle".

Questa mattina gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati, le due ragazze nel carcere di Verziano, Mirto Milani in quello di Canton Mombello.