"Love story con una donna" Lascia il vescovo di Parigi

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di Giovanni Serafini

Non c’è pace per i cattolici di Parigi. Dopo l’incendio di Notre-Dame che li ha privati della loro basilica, dopo l’irruzione del Covid che ha rallentato le funzioni e gli esercizi religiosi, dopo il durissimo rapporto Sauvé che ha testimoniato la presenza devastante della pedofilia fra i preti, uno scandalo colpisce oggi un personaggio molto importante della chiesa parigina: monsignor Michel Aupetit, 70 anni, arcivescovo di Parigi dal dicembre 2017. La bomba è scoppiata in seguito alle rivelazioni del settimanale "Le Point" su una presunta relazione intima del monsignore con una donna, risalente al 2012: una "love story" fra adulti consenzienti, non punibile dal punto di vista penale ma inammissibile per chi ha pronunciato il voto del sacerdozio. Ieri l’arcivescovo ha inviato una lettera al Papa in cui propone di rassegnare le dimissioni: "Rimetto il mio incarico nelle mani del Santo Padre – ha precisato – perché è stato lui che me lo ha dato". Tutto ha inizio nel febbraio del 2012, quando Aupetit è vescovo di Nanterre, nell’immediata banlieue di Parigi. Una sua mail diretta a una donna con la quale ha chiaramente – visto il testo – un rapporto piuttosto disinvolto, finisce per sbaglio all’indirizzo elettronico della sua segretaria di allora. La quale, invece di chiarire l’equivoco parlando con il vescovo, salva il messaggio in un file segreto del computer. Otto anni più tardi, nella primavera del 2020, la mail galeotta riemerge dalle tenebre e arriva non si sa bene come a conoscenza dei più stretti collaboratori di Aupetit. Alcuni dei quali non amano affatto il nuovo arcivescovo. Figlio di un ferroviere, ex medico generico a Colombes nella regione parigina, ordinato prete a 44 anni in seguito ad una vocazione tardiva, Aupetit non ha il carisma dei suoi predecessori Jean-Marie Lustiger e André Vingt-Trois. È piuttosto scorbutico, ascolta poco gli altri, non dimostra empatia per nessuno, vive rinchiuso nella sua lussuosa residenza a pochi passi dagli Invalidi. Quando l’entourage gli chiede spiegazioni sulla ‘love story’, Aupetit dà risposte confuse. Prima nega, poi afferma di aver cercato di mantenere a distanza la donna, che era "troppo insistente. Riconosco che il mio comportamento si presta ad ambiguità perché può far credere che fra noi esista una relazione con rapporti sessuali. Ho deciso di non rivederla più". La mail intanto continua la sua strada e nel maggio 2020 viene consegnata al nunzio apostolico Celestino Migliore, ambasciatore del Vaticano in Francia. Adesso spetta a Papa Francesco l’ultima parola.