Giovedì 18 Aprile 2024

L’ossessione di viaggiare nel tempo Il fisico: "Si può fare, ecco come"

Pubblicato lo studio del canadese Barak Shoshany: la possibilità c’è, ma con linee temporali parallele. Avanti e indietro nei secoli come nei successi hollywoodiani “Ritorno al futuro“ e “Time machine“

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di Riccardo Jannello

Il viaggio nel tempo è possibile, ma solo con linee temporali parallele. Se queste esistono o se possiamo crearle. La teoria del professor Barak Shoshany – docente di fisica alla Brock University di St. Catharines e di scienza computazionale alla McMaster di Hamilton, entrambe in Ontario, Canada – è apparsa dopo tre anni di studio sul portale scientifico "The Conversation". Tre anni di un’appassionata ricerca fondata sulla natura del tempo e della causalità nella relatività generale e nella meccanica quantistica. Un lungo articolo nel quale lo studioso canadese nota che quest’ultima suggerisce la possibilità di un multiverso, come nel caso del paradosso del gatto di Schrodinger, che nella scatola muore e sopravvive sull’altra linea temporale. In questa direzione continuerà a indagare anche se ritiene che una cosa è la teoria "che non è sufficiente per dimostrare che viaggiare nel tempo è possibile", un’altra è la pratica: "Ma per la prima significherebbe almeno che il viaggio nel tempo non sia escluso da paradossi di coerenza". Il più noto è quello "del nonno": se torni indietro e uccidi tuo nonno egli non potrà generare tuo padre e quindi il tuo viaggio non ci sarà stato.

Paradossi o no – come quello della congettura di autocoerenza del fisico teorico Igor Dmitriyevich Novikov, che essenzialmente afferma che puoi viaggiare nel passato ma non puoi cambiarlo – l’uomo si è sempre interrogato sull’argomento. In fondo, sostiene Shoshany nel suo studio, la questione è l’energia che possiamo muovere per andare avanti e indietro: le quantità che possono essere prodotte sono al momento "troppo piccole in quantità e durata per essere pratiche". La quantità di energia è più facile da trovare nella fervida mente dell’uomo che non nella fisica, come d’altronde sottolinea lo stesso studioso canadese: "C’è un malinteso comune nella fantascienza secondo cui i paradossi possono essere ‘creati’. I viaggiatori del tempo sono generalmente avvertiti di non apportare modifiche significative al passato e di evitare di incontrare il loro sé proprio per questo motivo. Esempi di questo possono essere trovati in molti film sui viaggi nel tempo, come la trilogia di ‘Ritorno al futuro’".

Scienza e fiction qui si incrociano e si rincorrono in una disputa che ha mille radici di pensiero: "Il viaggio nel tempo è un concetto filosofico, non scientifico", scrive Alexei Adams Panshin, scrittore americano, e in effetti la filosofia ha speculato moltissimo sulla materia, a partire da Eraclito. Tempo e anche spazio, due concetti che l’uomo ha spesso visto come ostacoli cercando di convogliare il suo "flusso canalizzatore" per superarli. E quindi un pensiero alla macchina del tempo di Doc e alle discussioni fra Christopher Lloyd e Michael J. Fox pur chiedendosi: meglio una macchina per viaggiare indietro o avanti nel tempo?

Ma anche al teletrasporto, altro argomento sul quale gli scienziati si arrovellano e che secondo gli ultimi studi di fisica quantistica sarà possibile per gli elettroni e le informazioni, ma non per la materia, organica o non: addio, quindi, al sogno di chi è appassionato della serie fantascientifica di Star Trek e vede il capitano Kirk muoversi con Spock alla velocità della luce: appunto quella che non ci si capacita come raggiungerla. E anche il viaggio nel tempo è in qualche modo legato ad essa. In fondo, però, "abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni". E detto da Jeremy Irons, protagonista appunto del fantascientifico "The Time Machine" del 2002, è un bel sollievo per chi non ha voglia di aspettare i tempi della fisica.