L’orrore all’asilo nido "Tiro al bersaglio contro i bimbi" Maestre denunciate dalle stagiste

Botte e violenze davanti alle sei tirocinanti. Le accuse: "Gomitate in faccia, piccoli sbattuti per terra"

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di Nicola Palma

I bambini come birilli in movimento, colpiti con palline di plastica, pantofole e ciabatte: a ogni parte del corpo era assegnato un punteggio; il più alto, 5, festeggiato con strette di mano e risate di scherno, andava a chi faceva cadere il malcapitato di turno. I bambini come oggetti da spostare, in bagno (chiamato "tugurio") o nello sgabuzzino, lasciati lì al buio a piangere per un’ora. I bambini come scomodi ospiti, da far giocare giusto il tempo di una foto-ricordo per i genitori e da cambiare soltanto pochi minuti prima dell’arrivo di mamme e papà. I bambini come bersagli di ginocchiate, strattoni, insulti, bestemmie, urla e tutto ciò che non dovrebbe esistere in un luogo in cui si accudiscono piccoli di un anno o poco più. È sconcertante il quadro che emerge dagli atti dell’indagine dei carabinieri della compagnia di Legnano su un asilo nido di Vanzago, in provincia di Milano: la direttrice B.R. e le cinque educatrici L.B., C.G., M.M., M.T. e M.G., indagate per maltrattamenti aggravati, si sono viste recapitare ieri l’ordinanza cautelare del gip Ileana Ramundo che ne ha disposto l’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria e la sospensione per 12 mesi dall’esercizio della professione di insegnanti presso qualunque struttura pubblica o privata.

L’inchiesta scatta il 17 maggio scorso, quando il preside di un istituto professionale di Rho segnala in caserma le testimonianze di sei sue studentesse che hanno appena terminato un periodo di stage nelle due sedi del nido. I loro racconti, spiega il dirigente scolastico, sono drammaticamente concordanti: le alunne parlano di spintoni, bimbi costretti ad addormentarsi con la coperta tirata fin sopra il capo "per farli rilassare con il buio", passeggini scossi con la forza per costringere i piccoli ad addormentarsi in fretta, pannolini lasciati sporchi per più di due ore, un unico cucchiaino e un unico bicchiere per far mangiare e bere tutti. Gli investigatori dell’Arma si attivano immediatamente, e già il 17 mettono a verbale le dichiarazioni di una delle ragazze, che si concentra in particolare sui comportamenti di colei che definirà la "più esagitata", la ventiseienne M.M.: "Era sempre lei che sbatteva i bambini per terra in modo da farli sedere". La stessa alunna riferirà un altro episodio significativo: "Vedo un bambino (di un anno e mezzo o due anni) nella stanza nanna in piedi che non voleva camminare, allora noto un’educatrice, ma non ho capito chi fosse, che lo spingeva con il piede: il bambino perde l’equilibrio sbattendo con il muso per terra, poi ho visto che si è procurato una piccola ferita sul labbro. All’arrivo dei genitori, è stato detto che i bambini stavano giocando ed è caduto". Un’altra ex stagista sottolinea un altro aspetto importante, che, per il giudice, cristallizza il fatto che le educatrici fossero pienamente consapevoli "dell’illecità dei comportamenti tenuti a danno dei bambini": "La scuola ha i muri a vetro e pertanto dall’esterno la gente che passava riusciva a vedere i bambini. Tutti i giorni, verso le 12.30, le due educatrici chiudevano le tende sino alle 15, poiché era il periodo del riposino pomeridiano. Ecco, quando chiudevano le tende, loro lanciavano le ciabatte addosso ai bambini o li lasciavano da soli in punizione. Dopo le 15, riaprivano le tende e non compivano nulla nei loro confronti".

Un’altra studentessa assicura di aver visto due educatrici "dare spinte o ginocchiate ai bambini che iniziavano a gattonare" e di aver "assistito personalmente a una gomitata sferrata in pieno volto" da L.B. a un bambino di 14 mesi, "provocandogli la lacerazione del labbro e la fuoriuscita di sangue". Per il gip, si tratta di una ricostruzione che evidenzia "la totale carenza di capacità di autocontrollo, con un’assoluta disinvoltura nel porre in essere in modo sistematico condotte oltremodo censurabili e certamente incompatibili con la natura educativa e con la finalità di cura e assistenza correllate alla professione di ’educatrici’". Ieri pomeriggio, alcuni genitori di altri bambini che frequentano l’asilo si sono presentati davanti all’ingresso di una delle sedi per "difendere la struttura" dalle accuse.