Dall’inviata Rita Bartolomei
BRANDIZZO (Torino)
“Ti amo papà“, ha scritto Kevin Laganà sui social poco prima di morire, l’ultima dichiarazione d’amore per il padre Massimo, che chiamava “il suo eroe“.
E come potevano pensare a casa che quel lavoro trovato due anni fa alla Sigifer “fosse pericoloso“, ripetono ora i parenti del 22enne di origini messinesi che viveva a Vercelli, la vittima più giovane di questa strage inspiegabile alla stazione di Brandizzo. “Sono morte cinque persone, è evidente che qualche errore è stato commesso“, non si danno pace. Lacrime, strazio incredulità, “assurdo che sia tutto finito“, grida la sua rabbia una cugina. E tutti piangono il ragazzo così “solare“, come lo descrive Melania, la compagna del papà che ha cresciuto lui e il fratello come figli. Racconta: “Lo abbiamo visto ieri sera a cena come quasi tutti i giorni. Siamo distrutti“. Tutti ricordano Kevin come “un grande lavoratore. Il sorriso educato e tanta voglia di vivere“. Com’è possibile che sia tutto finito?
Le domande restano senza risposta davanti alla stazione di Brandizzo. A metà pomeriggio arriva il treno che ha investito gli operai. E si raccoglie una piccola folla, “è quello che...?“, chiede qualcuno.
Non sapevano come fare a dare la notizia al papà di Kevin, “il mio eroe“ lo chiamava lui, e gli dedicava video e canzoni. “Tu sei la cosa più importante che abbia nella vita... Il miglior padre che si possa avere...Ti amo, sei l’unica cosa al mondo che mi fa star bene e che ogni giorno quando ti vedo spero di non staccarmi mai da te perché cosa di meglio non c’è”, scriveva. E sui social è grande la commozione. “Sei stata la persona più buona di questo mondo – uno dei tanti pensieri che gli vengono dedicati -. Ma a quanto pare qualcuno si è accorto che c’era un fiore splendido e ha deciso di coglierlo. Riposa in pace, ci hai lasciato troppo presto, ma ti vorrò bene per sempre”. “Non si può morire così“, è inconsolabile Melania.