Londra riparte: evitati 100mila morti coi vaccini

Il premier Johnson annuncia la campagna per la terza dose: coinvolti 32 milioni di over 50. Al via anche con le iniezioni ai 12-15enni

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Le stime dei ricercatori inglesi attribuiscono alla campagna vaccinale nazionale – "uno dei maggiori successi mondiali" finora, stando al professor Van-Tam – "l’incredibile" risultato di aver già prevenuto oltre Manica "112mila morti e 24 milioni di contagi". Ed ecco che su questo ’miracolo’, Londra scommette ancora sugli antidoti al Covid. Una puntata per affrontare le incognite invernali di una pandemia che non è ancora sconfitta e allontanare, se si potrà, lo spettro dell’ennesimo lockdown. Boris Johnson e il suo governo ufficializzano i piani anti Covid in vista della stagione fredda, formalizzando – con il placet finale di una batteria di consulenti medico scientifici – il via libera al terzo richiamo vaccinale ("preferibilmente" Pfizer o Moderna) che dalla prossima settimana sarà "offerto" gradualmente a tutte le persone residenti nel Regno Unito dai 50 anni in su e a tutti "i vulnerabili", 30 milioni d’individui; nonché a una prima singola dose estesa da fine settembre all’intera platea dei ragazzi fra 12 e 15 anni tornati in aula nelle scuole. Il messaggio martellato da tutti come un mantra è che la pandemia rimane attiva sull’isola (a un ritmo di circa 30mila casi giornalieri alimentati dalla variante Delta del virus, sia pure con una proporzione di ricoveri e soprattutto decessi largamente inferiore rispetto alle ondate dei mesi passati). E che quindi occorre restare "vigili e in guardia" nella prospettiva di un inverno inevitabilmente "accidentato", dato l’incrocio prevedibile fra questi contagi e le infezioni respiratorie stagionali. Un contesto in cui i vaccini sono nelle parole di Johnson e Javid "la nostra migliore chance per convivere con il Covid senza ulteriori restrizioni sociali ed economiche severe". E per lasciare che il Regno, pur nella consapevolezza dei "rischi", possa sperare di continuare a essere "una delle società più libere e delle economie più aperte d’Europa", con il record di rimbalzo del Pil fra i G7 da inizio 2021.

Di qui l’appello a vaccinarsi con urgenza ribadito ai 5-6 milioni di britannici sotto i 16 anni che ancora non lo hanno fatto, in un Paese che pure può contare su picchi d’immunizzazione pari a oltre l’81% della popolazione adulta totale con due dosi e al 90% circa almeno con una. Ma anche il monito sul fatto che di Covid si continua a morire e che "quasi il 99% dei decessi" registrati nella prima metà del 2021 ha riguardato persone "non doppiamente vaccinate". E BoJo ha anche un piano B, nel caso il primo non funzionasse: nuove restrizini, limitate comunque. Dallo smart working all’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. Oltre che nell’eventuale adozione del Green pass vaccinale per l’accesso a locali notturni o eventi di massa: uno strumento che lo stesso governo britannico ha rinunciato in extremis a imporr.

red. est.