
di Benedetta Salsi
NOVELLARA (Reggio Emilia)
Un tira e molla che dura da novembre. E, ora, un nuovo rinvio. Questa volta però si aggiunge un fondamentale tassello nel processo di estradizione di Shabbar Abbas, il padre della giovane pakistana uccisa nella notte fra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 nelle campagne di Novellara (nella Bassa reggiana); ammazzata, dicono le accuse, per essersi ribellata a un matrimonio forzato con un cugino.
Ci sarebbe il parere favorevole (e non scontato) del governo pakistano, dopo l’assenso incassato il 4 luglio scorso da parte della stessa magistratura al culmine di uno stillicidio di udienze rinviate partito a novembre. Un ’via libera’ di cui però, stando a quanto si apprende, le istituzioni italiane non avrebbero ancora ricevuto comunicazione ufficiale.
Nel frattempo, però, a quell’assenso politico che sarebbe arrivato il 16 agosto nel mezzo di una epocale bufera – fatta di condanne per corruzione, scioglimento del parlamento pakistano e formazione di un esecutivo di transizione – si è aggiunto l’ennesimo ricorso presentato dal legale pakistano del bracciante, Akhtar Mehmood.
L’avvocato, nell’estremo tentativo di bloccare la partenza del suo assistito per l’Italia, ha presentato una istanza all’Alta Corte di Islamabad, chiedendo la sospensione del trasferimento. L’udienza, presieduta ieri dal giudice capo dell’Ihc, Aamir Farooq, si è però conclusa con un nulla di fatto: nessun ordine di sospensione e caso rinviato di una settimana per un difetto di notifica.
Shabbar Abbas era fuggito dall’Italia con la moglie Nazia il giorno dopo il delitto, il 1° maggio 2021 dall’aeroporto di Malpensa. Era poi stato arrestato il 15 novembre scorso nella regione del Punjab, su mandato di cattura internazionale. La moglie, invece, risulta ancora latitante.
Sono entrambi a processo, con l’accusa di omicidio, sequestro e occultamento di cadavere della povera 18enne, assieme allo zio Danish Hasnain e ai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. E, mentre il nome e la storia di Saman sono ormai diventati icona del coraggio della ribellione delle seconde generazioni, il processo davanti alla corte d’Assise di Reggio Emilia ricomincerà l’8 settembre. Si attendono la testimonianza del fratello, il parere finale dei periti su come sia stata uccisa la 18enne e poi la sentenza, forse già per fine ottobre.