Giovedì 18 Aprile 2024

L’ombra lunga del MeToo su Murray Cacciato dal set del suo ultimo film

"Atti inappropriati". Ma è giallo su che cosa abbia fatto, l’attore rischia l’espulsione da “Being mortal“

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di Giovanni Bogani

#MeToo: ma non dovevamo non vederci più? E invece, rieccoci. Sul banco degli imputati, questa volta, Bill Murray. L’attore settantunenne protagonista di Lost in Translation, e – ere geologiche prima – di Ghostbusters, l’attore prediletto da Wes Anderson, che lo ha voluto anche nel suo ultimo film, The French Dispatch. Attore-icona, che il New York Times aveva definito "un santo laico".

Beh, che cosa è successo? Che è stato accusato di "comportamento inappropriato" non meglio identificato sul set del film Being Mortal, che era nel bel mezzo delle riprese. La produzione, Searchlight Pictures, legata a Disney, ha scritto una mail a cast e troupe, avvisando che c’era stata una segnalazione di comportamenti inappropriati, e di dover "investigare". Produzione bloccata, e i più attendibili siti americani riconducono l’accusa all’attore. Nessun dettaglio, invece, sul tipo di comportamento, sulle circostanze, sui tempi in cui ciò sarebbe avvenuto.

Il film rappresenta il debutto alla regia di Aziz Anzari, l’attore di origine indiana autore e interprete della serie Netflix Masters of None, e sarebbe dovuto arrivare in sala nel 2023. Al momento, non si sa se Bill Murray sarà sostituito. Sorte che è toccata al suo collega, uno con una carriera lunga un oceano e con una nomination all’Oscar, l’ottantaquattrenne Frank Langella. Langella, protagonista della serie Netflix La caduta della casa Usher, è stato licenziato dal set la scorsa settimana, dopo accuse di comportamenti inappropriati. Di che cosa sarebbe colpevole? Avrebbe raccontato una barzelletta a sfondo sessuale, e avrebbe toccato casualmente la gamba di un’attrice durante una scena, per poi dirle ridendo "ti è piaciuto?". Tanto è bastato a Netflix per cancellare il suo nome dal cast e decidere di girare di nuovo le scene con lui: scelta peraltro costosissima. Quindi: o c’è dell’altro, o Netflix ha adottato una politica che definire rigida è un eufemismo.

Ma torniamo a Bill Murray. Che sia un attore "difficile" da trattare, uno con un brutto carattere, è cosa abbastanza nota. Adesso tutti citano un episodio del 2000, quando sul set del film Charlie’s Angels, si mise a insultare l’attrice Lucy Liu, per una scena i cui dialoghi erano stati riscritti a sua insaputa. "Ho reagito, e non me ne pento", dichiarò l’attrice al Los Angeles Times. "Non puoi permetterti di umiliare gli altri, non importa quanto sei famoso". Giusto. Ma alzi la mano chi non ha mai avuto uno scatto di nervi, in una situazione di tensione al lavoro. Altra cosa sono le accuse che muove contro Murray la ex moglie Jessica Butler che lo ha definito "un adultero dipendente da alcol e droga, capace di comportamenti violenti".

Peccato, perché ancora una volta ne va di mezzo il cinema. Il film Being Mortal pare molto interessante: nato da un saggio di un medico, Atul Gawande che racconta di come i medici non riescano a gestire il terrore dei pazienti di fronte all’invecchiamento e alla morte. Chissà, forse anche l’età di questi due "nuovi mostri" – 71 anni Murray, 84 Langella – c’entra qualcosa, con tutto questo.