Caro energia, ospedali della Lombardia in apnea: bolletta da mezzo miliardo per luce e gas

Il conto da capogiro per le strutture pubbliche. I privati: aiuti o sarà la catastrofe. Il maxi piano risparmi al 2030 non darà i frutti a breve. "La crisi è adesso"

L’assessore Letizia Moratti

L’assessore Letizia Moratti

Milano - A fine anno potrebbe sfondare il mezzo miliardo di euro la bolletta del gas, dell’elettricità e dei combustibili che servono a mandare avanti gli ospedali pubblici in Lombardia. Nei primi sei mesi di quest’anno la spesa energetica del servizio sanitario lombardo ha superato i 256,8 milioni di euro, pari a oltre il 76% dei 336,6 milioni pagati per l’intero 2021. E la stima sull’intero 2022 è di un extracosto di oltre 177 milioni di euro, che porterebbe la bolletta oltre i 513,6 milioni, con un rincaro superiore al 52% rispetto all’anno passato, a quanto Qn apprende da fonti della Regione Lombardia. Dove quest’estate l’assessorato al Welfare della vicepresidente Letizia Moratti ha varato un ambizioso programma di efficientamento energetico per gli enti del servizio sanitario regionale, il cui patrimonio edilizio pesa per un terzo dei consumi del terziario della pubblica amministrazione: l’obiettivo è ridurli del 30%, per arrivare a un taglio del 40% delle emissioni, e a un risparmio cumulato di cento milioni nel 2030.

Ma otto anni sono un orizzonte siderale rispetto alla stangata dei prezzi definitivamente impazziti con la guerra russa all’Ucraina, che da mesi hanno iniziato a farsi sentire persino per le strutture più virtuose come il Policlinico di Milano, che già dieci anni fa s’è dotato di una centrale di tri-generazione (energia elettrica, termica e anche frigorifera con l’utilizzo dei fumi di scarico) in grado di autoprodurre in media il 55% del proprio fabbisogno, con picchi del 75-80%, spendendo per la quota fatta in casa il 10% in meno rispetto all’acquisto su un mercato energetico ’normale’.

E d’altra parte in Lombardia gli ospedali pubblici rappresentano solo poco più di metà della storia: le strutture private convenzionate producono, in prestazioni, circa il 40% del valore della spesa annuale del servizio sanitario regionale per ricoveri e day hospital. Anche su questo fronte c’è chi s’è portato avanti; ad esempio il Gruppo San Donato, il primo della sanità privata accreditata in Italia con 56 strutture principalmente in Lombardia, nella nuova sede dell’Irccs Galeazzi Sant’Ambrogio, aperta da meno di due settimane nell’area ex Expo a Milano, tra impianto di co-generazione, fotovoltaico, pompe geotermiche, teleriscaldamento dall’utilizzo di rifiuti urbani prevede, a regime, un risparmio del 30% grazie alle fonti alternative. Ma intanto il San Raffaele, l’ospedale di punta, s’è visto lievitare da sei a oltre venti milioni la bolletta elettrica per la prima metà del 2022, ha spiegato il vicepresidente del gruppo Paolo Rotelli a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio: "E sono prezzi negoziati l’anno scorso".

L’altro vicepresidente del GSD Kamel Ghribi ha chiesto pubblicamente "un intervento urgente e mirato", con "risorse equamente ripartite tra le strutture pubbliche e le private che erogano prestazioni per il servizio sanitario nazionale", a favore degli ospedali, "che vanno inseriti a pieno titolo nell’elenco delle imprese energivore e gasivore": "Acquisti centralizzati e gestione previdente ci hanno consentito di limitare l’impatto delle bollette nel 2021 – ha spiegato il manager –. Ma secondo le nostre stime, nel 2022 il costo del gas è orientato a un incremento dell’890%, quello dell’energia elettrica del 260% rispetto al 2019, nonostante il taglio degli oneri in bolletta applicato dal governo. E ci preoccupa lo scenario che si prospetta per il 2023".