Lombardia e Sicilia piombano in zona rossa Ma Fontana non ci sta: "Faremo ricorso"

Il governatore: è una punizione che non ci meritiamo. L’Emilia-Romagna resta arancione, così come la Toscana rimane gialla . Ecco cosa si potrà o non si potrà fare. Vietato spostarsi tra regioni. Stop all’asporto delle bevande dopo le 18. Chiusi gli impianti di sci

di Alessandro Farruggia

Lombardia, Sicilia e provincia di Bolzano da oggi in zona rossa. Altre nove regioni – Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche (pur con RT 0.97), Piemonte, Puglia, Umbria (con RT 1.29 da zona rossa e classificazione di rischio alta) e Valle D’Aosta – vanno in zona arancione con Emilia Romagna (RT 1.15), Veneto e Calabria. Restano quindi in area gialla solo Campania, Sardegna, Basilicata (pur con RT a 1.14), Toscana (nonostante l’RT a 1,01), provincia autonoma di Trento e Molise.

La Sicilia aveva chiesto esplicitamente la zona rossa e l’ha ottenuta, ma Lombardia e Bolzano non ci stanno. Il governatore Attilio Fontana non l’ha presa bene e ha deciso di presentare ricorso al Tar contro l’ordinanza firmata dal Ministro della Salute. "La zona rossa è una punizione che la Lombardia non si merita, è estremamente penalizzante. Siamo pronti a proporre ricorso – ha detto il presidente a Canale 5 – perché i dati sono vecchi e negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione". E la Lombardia non è sola. Anche Provincia di Bolzano tira dritto, non chiude e ricorre. "Sono rimasto abbastanza sconcertato – si è lamentato il governatore Arno Kompatscher – visto che attualmente siamo zona gialla. Anche il ministro Speranza mi ha confessato di essere sorpreso. I nostri dati sono addirittura lievemente migliori della scorsa settimana, quando eravamo zona gialla. Abbiamo perciò deciso di mantenere il regime attuale".

Pronta la replica di Speranza: "Le ordinanze sono costruite sulla base di dati oggettivi e indirizzi scientifici. Hanno la finalità di contenere il contagio in una fase espansiva dell’epidemia. Per questo rispettarle è decisivo se non si vuol perdere il controllo del contagio".

La decisione del ministro, si sottolinea alla Salute, è stata presa sulla base dei dati inviati dalle Regioni e elaborati dalla ‘cabina di regia’. "Questa settimana sottolinea il report – si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese". Nel periodo 23 dicembre - 5 gennaio l`RT medio è stato pari a 1,09 in aumento da cinque settimane. Complessivamente questo porta 11 Regioni e province autonome a una classificazione di rischio alto (erano 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui quattro ad alto rischio di progressione a rischio alto ) e nessuna a rischio basso. Due (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, altre 9 hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore". I dati di ieri sono leggermente migliori con 16.146 nuovi positivi (giovedì 17.246) con 273.506 tamponi tra molecolari e antigenici. Le vittime sono 477 (il giorno prima 522).

Gli ultimi provvedimenti – decreto e Dpcm – impongono fino al 15 febbraio il divieto di spostarsi tra Regioni. Fino al 5 marzo, invece, è previsto il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno dopo e il divieto della vendita ad asporto di bevande dalle 18. Restano chiuse palestre e piscine e così le aree sciistiche. I musei riaprono nei giorni lavorativi e nelle sole zone gialle ed è consentito ricevere a casa propria non più di due persone, eventualmente con bambini al di sotto dei 14 anni o con disabili a carico, una sola volta al giorno.