Giovedì 18 Aprile 2024

L’odissea dei migranti La tregua è saltata Parigi e Bruxelles processano l’Italia

La Ocean Viking era diretta a Marsiglia dopo la disponibilità francese. Poi il dietrofront: "Tocca a voi". E la Ue: "Roma rispetti le regole" . Palazzo Chigi tiene il punto: quelle persone non sono naufraghi

Migration

di Alessandro Farruggia

L’Italia è sempre più sola sulla questione migranti. La Francia – che sembrava essere disponibile ad accogliere la Ocean Viking, ed era stata ringraziata ufficialmente da palazzo Chigi per questo – frena e chiede oggi che i 235 ospiti a bordo della nave di SOS Mediterranée siano sbarcati in un porto italiano. "L’Italia deve fare la sua parte e rispettare gli impegni europei" ha affermato il portavoce del governo francese Olivier Veran, parlando anche di "silenzio assordante" di Roma. "La nave è attualmente nelle acque territoriali italiane – ha detto Veran – e ci sono delle regole europee estremamente chiare e che sono già state accettate dagli italiani, di fatto i primi beneficiari di un meccanismo finanziario di solidarietà europeo". Veran ha ribadito che le dichiarazioni del governo italiano "sono inaccettabili" così come "il rifiuto di Roma di far approdare l’imbarcazione". "Il processo diplomatico – ha spiegato – è ancora in corso. Ma una cosa è certa: nessuno lascerà che questa barca corra il minimo rischio e, ovviamente, neanche le persone a bordo".

Non meno dura l’Europa. La Commissione Europea, ieri pomeriggio, ha chiesto "lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo dalla Ocean Viking", che dopo il no italiano a un porto sicuro sta navigando verso Marsiglia. La nave era ieri sera al largo della costa orientale della Sardegna e con le condizioni meteo in peggioramento, però, ci vorrà ancora un giorno per giungere in Corsica. Nella notte, si è registrata anche la disponibilità del sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, ad accogliere i profughi della nave. Per Bruxelles la situazione a bordo "ha raggiunto un livello critico" e occorre "agire subito per evitare una tragedia umanitaria". Dunque, serve uno sbarco immediato, nel porto più vicino. "L’obbligo legale di soccorrere e garantire la sicurezza della vita in mare è chiaro e inequivocabile, a prescindere dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di pericolo", è il richiamo della Commissione, che "convocherà urgentemente i Paesi Ue per lavorare su soluzioni comuni".

Meloni, però, non cambia idea: a bordo delle navi delle Ong non ci sono naufraghi, ma migranti. "Il governo italiano – ha detto all’assemblea degli eletti di FdI – sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto a queste navi Ong di sostare in acque italiane oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo. A bordo di queste navi non ci sono naufraghi, ma migranti: le persone sono salite a bordo in acque internazionali e la nave che li ha presi in carico è attrezzata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza". "Non è dipesa dal governo – ha proseguito – la decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti i migranti presenti sulle navi Ong, dichiarandoli fragili sulla base di possibili rischi di problemi psicologici. Scelta, quella dell’autorità sanitaria, che abbiamo trovato bizzarra".

I medici non hanno gradito. "La medicina – ha replicato il presidente degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli – è cosa diversa dalla politica. Il premier ha usato un’espressione colorita. Ma bisogna rispettare l’operato dei medici, che hanno agito in scienza e coscienza".