Saman, le carte: "Zio ha strangolato mia sorella. Mi minacciava: se parli sei morto"

Il fratello della ragazza: avrei voluto ammazzarlo nel sonno, ma poi ho pensato: a lui penseranno i carabinieri

"Ora però vi dico tutta la verità. Mio zio ha ucciso Saman. lo ho paura di lui perché lui mi ha detto che se io avessi rivelato ai carabinieri quanto successo, mi avrebbe ucciso. Ho pensato anche di uccidere mio zio Danish, mentre lui dormiva, visto che lui aveva ucciso mia sorella. Ma poi ho pensato che ci avrebbero pensato i carabinieri e che se io avessi fatto ciò, sarei finito in prigione".

Il fratello di Saman Abbas il 12 maggio e il 15 maggio viene ascoltato dalla polizia giudiziaria ed è un fiume in piena.

"Ho paura di mio zio"

"Il giovane rivelava poi di essere certo che, con il consenso dei genitori, che lo avevano appunto chiamato a tal fine, lo zio aveva ucciso Saman, ammettendo e confessando (...) di averlo fatto, senza peraltro rivelargli dove si trovasse il corpo o le modalità specifiche dell’omicidio. (...). Il minore a specifica domanda, egli esclusivamente descriveva gli attimi relativi all’allontanamento della p.o. (Saman, ndr) ribadendo che ad oggi non ha idea di dove possa essere andata, fin da subito, peraltro asserendo di essere spaventato dalla figura dello zio paterno. (...) descrivendolo come soggetto molto irascibile. (...) La mattina successiva alla prima escussione perveniva comunicazione che il responsabile della struttura di accoglienza aveva pernottato nella medesima struttura a seguito dello stato di agitazione assunto dal minore (...).

"L’ha uccisa lui"

"Sentito nuovamente in data 15.12.2021 rivelava di aver saputo dallo zio Danish stesso che questi l’aveva uccisa (Saman, ndr) la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio scorso. (...)

Domanda: "Può rispiegare come è avvenuto l’evento quella sera? Cioè, lo zio, come ha raggiunto il posto?"

Risposta: "È arrivalo da dietro, dietro le telecamere, perché lui sapeva delle telecamere e quella sera è arrivato da dietro l’azienda agricola, passando tra le serre. È arrivato fino a dove c’è la strada inghiaiata, davanti le serre. Ho udito che lui diceva ai miei genitori: ‘Ora andate in casa. Ora ci penso io’. Dopo i miei genitori sono tornati a casa e poi mi padre è tornato fuori a vedere. Questo è accaduto quando mio padre era uscito insieme a mia madre e a Saman. (...) Io ero in cucina al piano terra e stavo guardando ciò che accadeva. Ho visto mio padre che è ritornato in casa con lo zaino che aveva Saman, quello di color avorio che mia sorella aveva sulle spalle quando è uscita. Lo zio Danish ha dato a mio papà lo zaino, dicendo di andare di portarlo a casa e di nasconderlo, senza farlo vedere alle telecamere. Poi mi padre, quando è arrivato a casa, si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire, per mia sorella. Se mio papà avesse detto ai carabinieri quanto avvenuto, mio zio avrebbe ucciso anche mio padre e tutta la nostra famiglia. Tutti abbiamo paura di mio zio"

Senza scrupoli

D: "Lo zio sarebbe in grado di fare del male al fratello?"

R: "Sì, perché lui non ha il cervello per pensare a ciò che fa, non ci pensa e non bada al fatto che sia il fratello o un parente".

"Ci penso io"

D: "Quando ha fatto il giro delle serre, fino a che punto è arrivato?".

R: "lo ho visto davanti a casa mia dove ci sono le serre ma ho udito la voce di mio zio che diceva ai miei genitori ‘Andate a casa che ci penso io’. I miei genitori stavano fisicamente male, per quello che era successo. Mio Zio ha detto loro che, avendo fatto il biglietto, loro dovevano andare in Pakistan. Il biglietto era stato fatto 2 giorni prima proprio da mio zio Danish. Secondo me lui aveva già pensato a tutto, approfittando del fatto che mia zia, mamma di Arfan, non sta bene, è malata tantissimo. Sono andati in Pakistan anche per questo".

Il cadavere

D: "Lo zio Danish, quando ha dichiarato di averlo fatto, ha detto come l’ha uccisa?"

R: "A me non l’ha detto, non l’ha detto nemmeno quando è arrivato a casa. Se lo diceva, mio papà si sarebbe ucciso. Secondo me l’ha uccisa strangolandola, perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano. Lo zio Danish ha pianto molto e diceva a me di non piangere. Minacciava a me di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione".

D: "Ha detto dove è stato messo il corpo?"

R: "No, perché io glielo avevo chiesto in quanto volevo abbracciarla un’ultima volta. Lui mi ha detto di non potermelo dire".

La scomparsa di Saman

Nelle pagine precedenti, il giudice ricostruisce la notte della sparizione.

"Alle ore 00.09 del 01,05.2021, la Abbas Saman e i di lei genitori Abbas Shabbar e Shaheen Nazia escono tutti e 3 nel cortile mentre conversano tra loro (...), raggiungendo l’inizio della carraia delle serre, ma sempre nella visuale del sistema di video registrazione. Abbas Shabbar ha inizialmente il telefono in mano con il braccio disteso al fianco e il telefono cellulare ha il display illuminato. In questa fase, la Abbas Saman ha sulle spalle uno zaino che, con la riflessione della luce, risulta chiaro. La Shaheen Nazia tiene lontano Abbas Shabbar quando lui cerca di avvicinarsi alla Abbas Saman, e mentre Abbas Shabbar rimane praticamente nella visuale della telecamera, le due donne passeggiano inoltrandosi nella carraia di fronte casa.

Il rientro a casa

Alle ore 00.11 del 01.052021, l’Abbas Shabbar e Shaheen Nazia, genitori di Abbas Saman, rientrano in casa mentre Abbas Saman non è più nella visuale della telecamera.

Il papà con lo zaino

Alle ore 00.15 dei 01.05.2021, l’Abbas Shabbar esce di casa con telefono cellulare in mano con il braccio disteso al fianco, con il quadrante illuminato (...) e si dirige verso la carraia dove si era diretto prima insieme alla Abbas Saman e la Shaheen Nazia. Al momento in cui esce di casa non ha nulla in mano, oltre al telefono, ma rientra in casa dopo qualche minuto con in mano una borsa bianca che tiene sul lato destro, quindi lato opposto rispetto alla visuale delle telecamere, simile – per forma e colore – a quella che aveva prima la Saman e idoneo a poter essere proprio lo stesso (...) (ore 00.22).

Le telecamere rotte

Anche sulla scorta delle informazioni acquisite dal Bartoli (proprietario dell’azienda agricola per cui lavorava la famiglia Abbas, ndr) si appurava che la telecamera di videosorveglianza non riprendeva interamente l’accaduto, anche a causa di un problema di malfunzionamento ricorrente – verificatosi sia nei giorni antecedenti che successivi e noto da tempo al proprietario – a causa del quale non veniva registrata alcuna immagine per un certo lasso di tempo, cosa accaduta anche quella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio".