Martedì 23 Aprile 2024

Lo zio di Saman in Italia "Non ha detto una parola"

Migration

di Alessandra Codeluppi

"Imperturbabile e tranquillo, non ha proferito parola". Così è apparso, a chi lo ha preso in consegna, Danish Hasnain: lui è lo zio di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa il primo maggio da Novellara (Reggio Emilia), indicato dal fratello 16enne della ragazza come colui che l’avrebbe materialmente uccisa – forse strangolata – al culmine di una lunga contesa. Da una parte c’è lei, assetata di libertà, che si opponeva alle nozze combinate con un connazionale. Dall’altra i parenti stretti, contrari al suo stile di vita troppo occidentale, fino a tramare, secondo la procura, un piano di morte, in linea con la tradizione del ‘kala kali’, delitto d’onore ancora diffuso nel Punjab. Nell’inchiesta per omicidio, coordinata dal pm Laura Galli, figurano come indagati, oltre allo zio, i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, partiti per il Pakistan, e i cugini Ikram Ijaz, in carcere a Reggio, e Nomanulhaq Nomanulhaq, tuttora latitante. Hasnain, 34 anni, ha rimesso piede in Italia otto mesi dopo essersi allontanato da Novellara: ai carabinieri che cercavano Saman e i suoi genitori, fu lui, il 5 maggio scorso, ad aprire la porta e a riferire i primi dettagli, apparsi incongruenti con quelli raccontati dal fratello della giovane. Insieme al ragazzino, poi, inforcò la bici e prese un paio di treni: arrivarono a Imperia, dove il 10 maggio furono controllati dalla questura. Il minorenne fu affidato a una comunità, mentre lo zio varcò il confine.

Dichiarato latitante, dopo mesi di certosine indagini dei carabinieri reggiani, è stato scoperto a Parigi e qui arrestato il 22 settembre: è stato tradito dai social. Da allora si è opposto più volte all’estradizione, fino a capitolare il 5 gennaio: "Non ha senso che io resti qui: non ho neppure i soldi per parlare con mia moglie". Ieri è rientrato in Italia: dopo l’imbarco all’aeroporto De Gaulle di Parigi, è passato dalle mani del servizio di cooperazione internazionale della polizia criminale a quelle dei carabinieri reggiani, che lo hanno atteso al Marconi di Bologna. Qui alle 13 Hasnain è stato prelevato dai militari del nucleo investigativo e accompagnato al carcere di Reggio. Portato nella sezione accoglienza, a regime chiuso, il 34enne dovrà fare una quarantena di 14 giorni, al termine della quale, se negativo, potrà essere inserito nel reparto dei detenuti in attesa di primo giudizio. Presto Hasnain potrebbe incontrare il suo avvocato Lalla Gherpelli per l’interrogatorio di garanzia lunedì davanti al gip Luca Ramponi: giorno in cui ogni sua parola sarà preziosa per il confronto con quanto raccontato dal Ijaz e gli elementi investigativi raccolti.