Sabato 20 Aprile 2024

Lo Zingaro confessa: così ho ucciso Ilenia "La mia paga? Ventimila euro e un’auto"

Ravenna, la notte dell’orrore raccontata dal killer. L’ex marito della vittima si difende: "L’avevo ingaggiato solo per spaventarla"

Ilenia Fabbri (Ansa)

Ilenia Fabbri (Ansa)

Il primo ha detto di avere ricevuto un ordine chiaro dall’ex marito: "Non dovevo uscire dalla casa con lei ancora viva". L’altro ha ammesso di avere in effetti ingaggiato quell’amico nerboruto e pronto a tutto, ma solo per "spaventarla, farle trovare in casa di notte un estraneo, un po’ di paura e basta". Le vite parallele di Pierluigi Barbieri, 53enne di natali cervesi ma domiciliato nel Reggiano, e di Claudio Nanni, meccanico faentino di 54 anni, non hanno fatto in tempo a incrociarsi ieri in Tribunale a Ravenna.

Omicidio di Faenza, l'ex marito: "Ilenia si era accanita contro di me"

L’occasione arrivava dall’interrogatorio di garanzia dopo i rispettivi arresti per l’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, nel Ravennate. Ma Barbieri, per gli inquirenti il sicario, è stato portato in aula alle 10. Mentre Nanni, indicato quale mandante, è arrivato alle 14. Lo Zingaro, come in tanti conoscono il 53enne, ha cioè avuto modo di parlare per primo: e lo ha fatto rendendo una confessione piena. E poco importa che sul piatto ci fosse una banale questione di viabilità ("c’erano i lavori in corso, così ho fatto un pezzo di autostrada") oppure le modalità con cui all’inizio ha cercato di uccidere Ilenia ("l’ho scaraventata giù per le scale e l’ho trascinata") o ancora il compenso pattuito per il delitto ("Nanni mi aveva promesso 20 mila euro più un’auto"). Perché lo Zingaro non ha tradito emozioni mentre parlava del suo crimine con un filo di voce. L’unico pudore l’ha mostrato mentre gli agenti della penitenziaria lo scortavano lungo i corridoi del tribunale: e allora si è coperto in volto con la stessa ordinanza per effetto della quale mercoledì era finito dentro.

Davanti al gip Corrado Schiaretti e al pm Angela Scorza, ha ricordato di essere partito attorno alle 3.30 da Reggio alla volta di via Corbara. Nanni gli aveva dato le chiavi e gli aveva spiegato la mappa della casa: "La stanza della moglie era in alto a sinistra". Il piano doveva consistere nella simulazione di un furto finito male: "Dovevo buttarla giù dalle scale". Ma a questo punto si erano manifestati i primi guai: "Sono salito, lei era già sveglia". La prima colluttazione già in camera: la donna era riuscita a scappare; lui l’aveva raggiunta per scaraventarla, trascinarla e strangolarla. Il campanello e il cellulare di lei avevano però preso a trillare. Il piano era saltato: "Dovevo fare presto, ho preso un coltello in cucina". Quello con la lama in ceramica con cui è stata sgozzata la 46enne.

Qualche ora più tardi Nanni ha negato: per 2.000 euro lo Zingaro doveva andare là per "metterle solo paura: spaventarla, volevo spaventarla e basta". E se aveva scelto proprio lui, era perché "ho tanti amici ma non come lui". La colpa di Ilenia, ai suoi occhi, era l’accanimento "contro di me". Sì, insomma, lei, a suo dire, gli chiedeva soldi pur avendo già ottenuto la casa coniugale da 300 mila euro. E lui perciò aveva agito per difendersi, per darle una lezione, perché altrimenti "sarebbe stato intaccato anche il patrimonio dei miei". Una ammissione che l’uomo ha congelato pure in una lettera inviata dal carcere alla figlia Arianna: le cose – le ha scritto chiedendole perdono – non sono andate come dovevano andare: ha commesso un errore per il quale dovrà pagare.