Mercoledì 24 Aprile 2024

Lo zar minaccia la Ue e detta condizioni Il no di Zelensky, ma la trattativa è partita

Il Cremlino: Europa responsabile delle armi consegnate a Kiev. A Gomel tra i mediatori c’è Abramovich. Nuovi raid sulla capitale Ucraina

Migration

di Alessandro Farruggia

Si tratta e si continuerà a trattare per un cessate il fuoco. L’incontro russo-ucraino al confine di Ucraina e Bielorussia è andato meglio del previsto e avrà un seguito nei prossimi giorni. Obiettivo non scontato, sebbene il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video nella notte abbia detto che ancora non sono arrivati i risultati sperati: parla solo di "segnali". I russi hanno però effettuato pesanti bombardamenti, anche se sul campo tutti i loro fronti di attacco sono stati bloccati dagli ucraini.

NEGOZIATO SUL FIUME

Al quinto giorno dell’invasione una delegazione russa e una delegazione ucraina si sono incontrati ieri per cinque ore, in tre riprese, lungo il fiume Pripyat, sul confine ucraino-bielorusso. Al tavolo si sono seduti in dieci, 6 ucraini e 4 russi. Oltre a loro ci sarebbe stato, secondo il Jerusalem Post, anche un “mediatore ombra“, l’oligarca e patron del Chelsea, Roman Abramovic, la cui presenza sarebbe stata chiesta dagli ucraini. "I negoziati sono difficili. Tuttavia – ha commentato Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente Zelensky– non c’è alcun ultimatum. Sfortunatamente, la parte russa è ancora prevenuta. Ma ci sono alcune ipotesi di lavoro. Affinché si trasformino in decisioni, consulteremo le capitali. Lo scopo dei colloqui di era discutere il cessate il fuoco. Le parti hanno identificato argomenti prioritari su cui sono state delineate dele decisioni". Costruttivi anche i russi. "Abbiamo discusso in dettaglio tutti i temi in agenda – ha detto il capo della delegazione russa, il magnate Vladimir Medinsky – e trovato alcuni punti su cui prevediamo che possano essere trovate posizioni comuni. La cosa più importante è che abbiamo concordato di proseguire in processo negoziale. Il prossimo incontro si svolgerà a giorni al confine polacco-bielorusso. C’è un accordo su questo".

IL DIKTAT DI PUTIN

In un colloqui telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, Vladimir Putin ha ribadito che la Russia "intende conservare il controllo sulla Crimea", come già avviene dal 2014, e soprattutto chiede che "l’Ucraina resti un territorio neutrale ovvero fuori dalla Nato e dalla possibilità che qui vengano installati armamenti americani", a cominciare dalle testate nucleari. Richieste non irricevibili anche per gli ucraini. La chiave è che il territorio ucraino non sia smilitarizzato e che il no alla Nato non significhi no all’Europa. Mosca è furiosa anche per i rifornimenti all’esercito di Kiev. "I cittadini e le entità dell’Ue coinvolti nella consegna di armi letali all’Ucraina – ha detto il ministero degli Esteri – saranno ritenuti responsabili per qualsiasi conseguenza di queste azioni".

KIEV VUOLE l’UE

Il presidente ucraino ha presentato ieri richiesta ufficiale di adesione all’Unione facendo appello ad una procedura speciale per Kiev. Questa volta però l’Ucraina non ha trovato un supporto compatto a Bruxelles: alcuni paesi frenano. Al momento, per Kiev, l’unico spiraglio è ottenere nel breve termine lo status di candidato. Oggi la plenaria del Parlamento UE voterà su una risoluzione che chiede di procedere in questa direzione. "La richiesta dell’Ucraina di entrare nell’UE è legittima" ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

BOMBARDAMENTI SUI CIVILI

In una giornata relativamente tranquilla sul fronte delle operazioni militari si segnala un pesante bombardamento russo su una area residenziale di Kharkiv. Distrutti 87 appartamenti, 11 i morti e 35 i feriti. Tra le vittime una famiglia di 2 adulti e 3 bambini colpiti mentre fuggivano in auto e bruciati vivi. Missili su varie aree residenziali attorno a Kiev. Vicino a Chenikov lanciate anche bombe a grappolo. Zelensky ha detto che il bombardamento di Kharkiv è un "crimine di guerra", la distruzione deliberta di civili.