Lo Zar isolato scommette sulla Ue debole

Il presidente Putin annette alla Russia i territori parzialmente occupati, che hanno votato l’indipendenza dall’Ucraina tramite referendum farsa, fatti di persone condotte al seggio a forza e schede precompilate. Il mondo dentro le mura del Cremlino, però, non è il Paese reale. Bastava vedere le immagini della Piazza Rosa ieri. Poca gente al concerto che doveva concludere la cerimonia, molti condotti dietro un compenso, o, nel caso degli studenti universitari, dietro la garanzia di promozione ad alcuni esami. La verità è che Vladimir Putin è sempre più solo e con questo azzardo si è cacciato in un vicolo cieco. Dall’annessione coatta di territori invasi e appartenenti a uno Stato sovrano non si torna indietro, nel suo caso, se non con un disastro su tutta la linea. Eppure il capo del Cremlino è andato avanti. Un po’ perché non accetterà mai di perdere, un po’ perché spera che l’Unione europea, da suo oppositore, si trasformi in alleato a sua insaputa. Fonti provenienti dalla parte dei servizi segreti russi che avversano il conflitto in Ucraina ritengono che il presidente punti molto sul nucleare come arma di deterrenza per disincentivare l’Occidente ad aiutare l’Ucraina e a implementare nuove sanzioni alla Russia. L’Ue è vista come l’anello debole.

Non è un caso che la parola d’ordine delle dichiarazioni del presidente americano Joe Biden e del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sia stata unità nel sostegno a Kiev. Perché, aldilà degli applausi al Cremlino, la Russia è sempre più isolata e debole a causa delle sanzioni. Aspetta il Generale Inverno, nella speranza di fermare l’offensiva di Kiev. Ma sa bene che l’aiuto più importante dovrebbe venire da est. Pechino se ne sta fuori tanto da essersi astenuta al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Forse perché non vuole farsi coinvolgere nella cronaca di una disfatta annunciata.