Giovedì 18 Aprile 2024

Lo zar in difficoltà Putin cerca vie d’uscita Zelensky al G7 rilancia: "Dateci lo scudo aereo"

Lo zar riceve a San Pietroburgo il direttore dell’Agenzia per il nucleare. Il Cremlino si mostra disponibile a un summit con gli americani. Oggi l’incontro con Erdogan, che invoca "una tregua immediata"

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di Giovanni Rossi

Il G7 a presidenza tedesca rinnova in teleconferenza incondizionato appoggio all’Ucraina: "Continueremo a fornire sostegno finanziario, umanitario, militare, diplomatico e legale per tutto il tempo necessario", assicura il comunicato. "Condanniamo con forza i bombardamenti sui civili e sulle infrastrutture civili da parte della Russia. Questi bombardamenti devono spingerci a sostenere l’Ucraina con la stessa determinazione": obiettivo "una pace giusta e voluta dall’Ucraina", aggiunge Mario Draghi al suo ultimo summit.

Volodymyr Zelensky ringrazia tutti e alza la posta. Chiede "uno scudo aereo" totale a protezione dei missili di Mosca e dei "2.400 droni kamikaze" appena ordinati dal Cremlino all’Iran: "Milioni di persone saranno grate al G7", dice citando ad esempio Germania e Stati Uniti, già fornitori del primo gruppo di difesa aerea Iris-T Sl (Berlino) e di analoghi sistemi operativi (Washington). Poi, esorcizzata l’apertura di un fronte bielorusso, il presidente ucraino aggiorna la richiesta di sanzioni al nemico e ribadisce il suo niet assoluto a Vladimir Putin: "Ci possono essere colloqui solo con un altro leader della Russia, che rispetti la Carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali dell’umanità e dell’integrità dell’Ucraina. Putin è nell’ultima fase del suo regno, una minaccia per tutti noi".

Escalation o negoziato? È una giornata dalle narrazioni alternative quella che segue i bombardamenti a tappeto della Russia su tutte le direttrici del Paese invaso e amputato. All’apparenza, è sempre muro contro muro. In realtà, piccole scintille illuminano le macerie. Il tiro al bersaglio dell’Armata Rossa sventra infrastrutture e palazzi, ma la diplomazia prova a riguadagnare la scena. A volte sono i cattivi a riaprire il gioco. Vladimir Putin riceve a San Pietroburgo Rafael Grossi, direttore Aiea, sull’emergenza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia sfiorata dai raid: più attenzione, è la promessa. E alla vigilia dell’incontro odierno con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ad Astana, in Kazakistan, zar Vlad osserva compiaciuto i movimenti in campo. La Turchia chiede alla Russia e all’Ucraina di concordare una "tregua immediata". "Questo cessate il fuoco – precisa il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu – deve avvenire il prima possibile". Non bastasse il cambio di scenario, il Cremlino offre piena disponibilità a considerare il bilaterale con gli Stati Uniti ipotizzato da Joe Biden a margine del G20 di novembre.

Su Rossiya 1 Tv, il ministro degli Esteri di Mosca Sergey Lavrov non esclude la possibilità di un incontro tra pesi massimi e si impegna a valutarla nel caso arrivasse ufficialmente. Come zuccherino, abbassa i toni sull’Armageddon evocato dalla Casa Bianca, invitando "chi specula costantemente sul tema" a "rendersi conto delle proprie responsabilità" senza innescare ulteriori tensioni. Per quelle basta il numero 2 del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev: fornire a Kiev missili a lungo raggio sarebbe "il modo più veloce per intensificare il conflitto fino alle conseguenze irreversibili di una guerra mondiale", è la stoccata del giorno.

Biden, che in caso di negoziato vorrebbe al G20 di Bali anche il riottoso Zelensky, ha un sentiero lastricato di trappole. Fatica a trovare un punto di equilibrio tra il necessario sostegno a Kiev e la conservazione di uno spiraglio di pace; rischia parecchio alle elezioni di mid-term; deve guardarsi dagli attacchi di Donald Trump: "Dobbiamo chiedere immediati negoziati per mettere pacificamente fine alla guerra in Ucraina altrimenti finiremo nella Terza Guerra Mondiale", recita l’ex presidente. Parole raccolte dal leader ungherese Viktor Orban che spezza l’unità della Ue: "L’esito della guerra è aperto solo perché così vogliono gli americani. Per questo gli Usa devono trovare un’intesa con i russi. A quel punto la guerra finirà".