Lo spazio c’è Resta l’incognita caratteriale

Pierfrancesco

De Robertis

Saranno gli elettori a dirci se la sfida del terzo polo ha avuto un senso o si sarà rivelata l’ennesimo tentativo andato a vuoto di bucare l’incompiuto sistema del bipolarismo all’italiana. Intanto la politica ha detto la sua, e ci ha raccontato di due leader che decidono di unire i loro destini, prendendo atto di uno spazio politico e di idee comuni. Sinistra e destra si affannano a denunciare la strumentalità dell’intesa tra Calenda e Renzi, ma a ben vedere i programmi di Azione e Iv sono molto più simili di quelli degli altri due schieramenti, formati – lo ricordiamo per inciso – da una parte (destra) da tre partiti che in Europa militano in tre gruppi politici diversi e in Italia sono uno all’opposizione e due al governo, e dall’altra (la sinistra) da chi ha votato per Draghi (Pd e +Europa) e chi gli è andato 55 volte contro. Certo, ci sono i caratteri dei due protagonisti (Renzi e Calenda) a non promettere una navigazione tranquilla, ma la politica è fatta soprattutto di interessi, calcoli e idee, e non è che nella Dc o nel Pci si stessero tutti simpatici. Tanto per dire, il clima che attualmente si respira dentro il Pd verso il segretario non promette nulla di buono.

In ogni caso a questo punto sta a Renzi e Calenda segare il comune ramo sul quale hanno deciso di sedersi. I sondaggisti (Noto, Masia e altri) anche ieri hanno ripetuto che lo spazio "potenziale" del centro o del "terzo polo" è intorno al dieci per cento, forse di più. Ma è, appunto, "potenziale". L’importante è non fare troppi calcoli, dare l’idea di una squadra unita e togliere di mezzo personalismi. Regola che vale per tutti i politici, ma che per i due in questione è rafforzata, visti i precedenti. Sotto questo aspetto Renzi e Calenda sono come in libertà vigilata. Hanno il Daspo del litigio. Se se le devono dare, si chiudano in una stanza e se le diano di santa ragione, ma una volta aperta la porta sorrisi e baci a tutti. Altrimenti il 26 settembre saremo qui a commentare un 4 per cento.