Roma, 7 dicembre 2022 - I tempi supplementari sono fissati per oggi, ma che il pallone finisca in rete è più vicino all’impossibile che all’improbabile. La maggioranza riunita in conclave a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni discuterà stamani la manovra e il decreto aiuti quater e inevitabilmente si parlerà anche di calcio. Sì, perché l’emendamentocondono è sul tavolo: prevede di posticipare ulteriormente i debiti fiscali e contributivi delle società sportive (ha portata generale, ma è pensato soprattutto per le squadre di serie A) già sospesi con diversi provvedimenti fino al 30 novembre 2022 spalmandoli in 60 rate mensili, e poi di godere di uno scudo penale e sportivo. "Non è che la coda di quanto fatto dal governo Draghi – spiega il primo firmatario dell’emendamento, il senatore forzista Dario Damiani – tanto è vero che la norma in commissione bilancio a Palazzo Madama (dove è in discussione il dl aiuti, ndr) l’hanno firmata quasi tutti". Grazie anche all’attivismo di Claudio Lotito, neo-senatore nonché presidente della Lazio che sulla misura ha messo la faccia. Ma con i tempi che corrono e con la tempesta Juventus che fa suonare i campanelli di allarme come un videogioco impazzito il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti non ha alcuna intenzione di farsi mettere in croce per fare un favore alle grandi società di calcio e lancia l’altolà: "La norma è indifendibile". Il ministro dello sport, Andrea Abodi, aveva già notificato la sua contrarietà in merito: niente strappi. "Un aiuto difficile da giustificare in un momento in cui la vera emergenza sono le famiglie in difficoltà", si ragiona nei palazzi del governo. A riassumere umori comuni, provvede il presidente di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi: "In questo momento non mi sembra che tra le priorità di Chigi ci sia il condono alle squadre di calcio".
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E dunque? Come dice un azzurro di lungo corso: "Dal Titanic che affonda scappano quasi tutti". Già, Forza Italia continua ad appoggiarlo, ma Berlusconi – nonostante la faccenda lo tocchi da vicino – non ha problemi con il suo Monza e quindi non sembra intenzionato a dare battaglia, anche se ovviamente Lotito fa il possibile per spingere. "L’emendamento riguarda tutti gli sport non solo il calcio, e comunque noi non chiediamo di non pagare, ma di rateizzare i pagamenti". Dall’esterno del Parlamento, Urbano Cairo, patron del Torino, lo spalleggia: "Spesso mi capita di non essere d’accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera: serve un sostegno". Quanto al resto della maggioranza, la Lega non ha firmato l’emendamento, e da Fratelli d’Italia fanno sapere che "probabilmente" chi ha messo la firma "non era proprio cosciente" di ciò che faceva. Dall’altra parte della barricata, ci sono crepe nel Pd: il senatore Daniele Manca, sostiene l’emendamento "è coerente con quanto abbiamo fatto e votato con il governo Draghi". Ma l’ex allenatore di volley e neo-deputato Mauro Berruto, responsabile sport per i democratici, rilancia: "Non voterò mai una norma che premia comportamenti poco virtuosi". Finisce ad insulti tra Renzi – il primo a cavalcare la vicenda – e il presidente della Lazio: "Lotito ha un conflitto di interessi grande come una casa", dice. Contrattacca Lotito: "Lui è un grande demagogo in conflitto di interesse". Dalle sue parti, fanno notare che la Fiorentina (squadra per cui tifa il leader di Iv) è in regola con pagamenti fiscali e contributivi. I cinquestelle? Hanno cambiato campo a metà partita: e la firma di Patuanelli che figurava in bella vista in calce all’emendamento, è ora sparita.
Insomma, tra le modifiche del decreto che interessano il calcio restano in campo la stretta contro la pirateria digitale degli eventi sportivi in diretta e quella sull’estensione dei diritti tv. Ma qualche problema c’è: il titolare dello Sport è favorevole all’estensione da tre a cinque anni dei contratti legati ai diritti tv, ma non a quelli in essere. Anche in questo caso Lotito, che ha proposto l’emendamento, non si risparmia ma le possibilità di successo sono molto esigue. Ci sarà una nuova misura, e riguarderà il futuro.