Mercoledì 17 Aprile 2024

Lo scudo sportivo, l’altolà del governo: "No al ’Salva Serie A’. Pensiamo alle famiglie"

Il Mef contrario all’emendamento che posticipa i debiti fiscali e contributi. Si sfalda in Senato il fronte quasi bipartisan che aveva proposto la norma. Oggi vertice decisivo. Grande attivismo di Lotito, patron della Lazio

Riguardo il decreto aiuti quater si parla anche di calcio

Riguardo il decreto aiuti quater si parla anche di calcio

Roma, 7 dicembre 2022 - I tempi supplementari sono fissati per oggi, ma che il pallone finisca in rete è più vicino all’impossibile che all’improbabile. La maggioranza riunita in conclave a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni discuterà stamani la manovra e il decreto aiuti quater e inevitabilmente si parlerà anche di calcio. Sì, perché l’emendamentocondono è sul tavolo: prevede di posticipare ulteriormente i debiti fiscali e contributivi delle società sportive (ha portata generale, ma è pensato soprattutto per le squadre di serie A) già sospesi con diversi provvedimenti fino al 30 novembre 2022 spalmandoli in 60 rate mensili, e poi di godere di uno scudo penale e sportivo. "Non è che la coda di quanto fatto dal governo Draghi – spiega il primo firmatario dell’emendamento, il senatore forzista Dario Damiani – tanto è vero che la norma in commissione bilancio a Palazzo Madama (dove è in discussione il dl aiuti, ndr) l’hanno firmata quasi tutti". Grazie anche all’attivismo di Claudio Lotito, neo-senatore nonché presidente della Lazio che sulla misura ha messo la faccia. Ma con i tempi che corrono e con la tempesta Juventus che fa suonare i campanelli di allarme come un videogioco impazzito il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti non ha alcuna intenzione di farsi mettere in croce per fare un favore alle grandi società di calcio e lancia l’altolà: "La norma è indifendibile". Il ministro dello sport, Andrea Abodi, aveva già notificato la sua contrarietà in merito: niente strappi. "Un aiuto difficile da giustificare in un momento in cui la vera emergenza sono le famiglie in difficoltà", si ragiona nei palazzi del governo. A riassumere umori comuni, provvede il presidente di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi: "In questo momento non mi sembra che tra le priorità di Chigi ci sia il condono alle squadre di calcio".

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E dunque? Come dice un azzurro di lungo corso: "Dal Titanic che affonda scappano quasi tutti". Già, Forza Italia continua ad appoggiarlo, ma Berlusconi – nonostante la faccenda lo tocchi da vicino – non ha problemi con il suo Monza e quindi non sembra intenzionato a dare battaglia, anche se ovviamente Lotito fa il possibile per spingere. "L’emendamento riguarda tutti gli sport non solo il calcio, e comunque noi non chiediamo di non pagare, ma di rateizzare i pagamenti". Dall’esterno del Parlamento, Urbano Cairo, patron del Torino, lo spalleggia: "Spesso mi capita di non essere d’accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera: serve un sostegno". Quanto al resto della maggioranza, la Lega non ha firmato l’emendamento, e da Fratelli d’Italia fanno sapere che "probabilmente" chi ha messo la firma "non era proprio cosciente" di ciò che faceva. Dall’altra parte della barricata, ci sono crepe nel Pd: il senatore Daniele Manca, sostiene l’emendamento "è coerente con quanto abbiamo fatto e votato con il governo Draghi". Ma l’ex allenatore di volley e neo-deputato Mauro Berruto, responsabile sport per i democratici, rilancia: "Non voterò mai una norma che premia comportamenti poco virtuosi". Finisce ad insulti tra Renzi – il primo a cavalcare la vicenda – e il presidente della Lazio: "Lotito ha un conflitto di interessi grande come una casa", dice. Contrattacca Lotito: "Lui è un grande demagogo in conflitto di interesse". Dalle sue parti, fanno notare che la Fiorentina (squadra per cui tifa il leader di Iv) è in regola con pagamenti fiscali e contributivi. I cinquestelle? Hanno cambiato campo a metà partita: e la firma di Patuanelli che figurava in bella vista in calce all’emendamento, è ora sparita.

Insomma, tra le modifiche del decreto che interessano il calcio restano in campo la stretta contro la pirateria digitale degli eventi sportivi in diretta e quella sull’estensione dei diritti tv. Ma qualche problema c’è: il titolare dello Sport è favorevole all’estensione da tre a cinque anni dei contratti legati ai diritti tv, ma non a quelli in essere. Anche in questo caso Lotito, che ha proposto l’emendamento, non si risparmia ma le possibilità di successo sono molto esigue. Ci sarà una nuova misura, e riguarderà il futuro.