Venerdì 19 Aprile 2024

Lo scossone che ridisegna il centrosinistra

Gabriele

Canè

Un impegno che tutti presero allo scoppio del conflitto, e che prevede anche l’invio di armi all’Ucraina. Non certo quelle che spostano le sorti del conflitto. Per carità. Armi "difensive", forse da usare dopo che gli altri hanno sparato, nella migliore tradizione della ipocrisia italica.

Il problema è che ora i grillini hanno cambiato idea: basta aiuti militari, vogliamo la pace. Il fatto che cambino idea non stupisce: è successo su tutto. Ma la tesi che la pace possa arrivare disarmando Kiev, consegnandola così in toto all’esercito russo, più che un ripensamento sembra un suggerimento dell’ambasciatore Razov. E quando Di Maio ha ribadito anche ieri la fedeltà alle scelte fatte e alla collocazione atlantica dell’Italia, cioè l’opposto del suo ex partito, ha confermato che aver venduto bibite allo stadio non è un handicap, perché la testa gli funziona, e la sta facendo funzionare bene.

Detto questo, da oggi si aprono due scenari politici: quello governativo, legato al dibattito di domani in Parlamento, e quello partitico con l’inevitabile nascita di una forza che fa capo al ministro degli Esteri.

Sul primo fronte, rischi ci sono, come detto, ma non è difficile prevedere che alla fine il governo salterà l’ostacolo con un documento, un voto, un non voto, in cui si potranno riconoscere tutti, o che nessuno potrà disconoscere: Draghi non arretrerà di un passo, e i 5 Stelle ortodossi diranno in giro che Palazzo Chigi ha ceduto.

Sul fronte dei partiti, beh, è chiaro che tutto il campo del centrosinistra si scompone e ricompone. Quello largo è morto, e forse non è mai nato. Quello di centro, Di Maio compreso, forse nascerà. Vedremo. Per ora ci accontentiamo di poco: frigo acceso, e acqua a sufficienza.