Giovedì 18 Aprile 2024

Lo scivolone dei meloniani ‘grazia’ il Pd

Pierfrancesco

De Robertis

La capogruppo Pd Debora Serracchiani e i dirigenti Dem attaccano in Aula i meloniani Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli quando invece dovrebbero accender loro un cero votivo, per grazia ricevuta. La scivolata dei due esponenti FdI che commettono un evidente pasticcio e sul 41 bis rivelano contenuti "sensibili", permette alla sinistra di non pagare dazio politico sulla gestione della prima parte della vicenda Cospito. Niente a che vedere con le accuse di collusioni con la mafia e con il terrorismo, accuse del tutto immotivate, ma certamente un comportamento non lineare. Aver reso visita al detenuto Cospito con una delegazione al massimo livello possibile (la capogruppo alla Camera, il tesoriere, l’ex ministro dela Giustizia) e non - al limite - con un "semplice" deputato trova spiegazione troppo sbrigativa nella formula "noi andiamo a visitare i carcerati per umanità". I capi Pd non potevano non sapere che un atto di quel genere poteva essere interpretato come una copertura politica - magari non voluta, magari non calcolata - al terrorista Cospito, un signore, ricordiamolo, che ha gambizzato innocenti, messo o fatto mettere bombe fuori dalle caserme dei carabinieri o sotto la macchina di gente che faceva il suo lavoro (una delle quali all’auto della sorella della candidata Pd). Allo stesso modo i dirigenti Dem avrebbero potuto, o dovuto, immaginare che la battaglia di Cospito per la fine del 41 bis "per tutti", come ha detto lui, era per lo meno ben vista dai capoclan mafiosi. Non c’è bisogno di intercettazioni riservate per capirlo. Ancora una volta - l’ultimo caso era stato sabato scorso, quando il Pd ha spalancato le porte all’ex nemico Giarrusso - i Dem sono apparsi in balia della corrente politica, in cerca di un centro di gravità valoriale o anche solo strategico. Ma grazie all’errore di Delmastro e Donzelli, la palla è stata rigettata dall’altra parte del campo. Merci.