Lo scienziato che nuota con gli squali: "Pericolosi? No, il predatore è l’uomo"

Il milanese Alessandro De Maddalena vive in Sudafrica: nelle mie spedizioni può venire chiunque, anche senza brevetto

Un subacqueo durante un’immersione tra gli squali

Un subacqueo durante un’immersione tra gli squali

Alessandro De Maddalena, 51 anni, milanese, tra i maggiori esperti di squali al mondo. Ricercatore, docente universitario alla Bicocca, scrittore, fotografo naturalista ed expedition leader. Si dedica da 25 anni allo squalo bianco. Partiamo dai numeri.

"Il programma di ricerca sulla presenza dello squalo bianco nel Mediterraneo, la Banca dati italiana squalo bianco, che conduco dal 1996, attualmente include 640 segnalazioni nell’intero bacino, dai tempi storici ai nostri giorni".

Persino il capitano Kirk a 90 anni ha voluto vincere la paura di nuotare tra gli squali. Chi porta in missione?

"Chiunque può partecipare alle spedizioni per osservare gli squali bianchi (accompagnate da un corso completo di biologia degli squali) che organizziamo in Sudafrica e in Australia. Non è necessario avere né un brevetto sub, né una laurea in biologia o in scienze naturali. Di conseguenza tutti i nostri gruppi hanno composizione eterogenea: studenti universitari, ricercatori, fotografi amatoriali e professionisti, documentaristi, semplici appassionati di squali e del mondo marino in generale".

Il suo impegno oggi.

"Ho sempre cercato di lavorare su più fronti per non esaurire la mia passione per la materia. Dedico il mio tempo a organizzare le spedizioni per osservare gli squali (le prossime si terranno in Sudafrica a febbraio e luglio 2022 e in Australia ad aprile 2022), preparo articoli scientifici in collaborazione con altri ricercatori, tengo lezioni per il corso in Scienze marine dell’Università Milano-Bicocca. Un nuovo progetto al quale ho dedicato molto tempo negli ultimi mesi è la creazione dello Shark Museum, un piccolo museo dedicato alla biologia degli squali, con sede a Simon’s Town, nei pressi di Città del Capo, in Sudafrica, dove vivo da 9 anni con la mia famiglia".

Ci portiamo dietro la paura degli squali dall’antichità, dai tempi di Erodoto e dei suoi mostri marini. Poi Spielberg nel ’75 con il suo celebratissimo film ha dato il colpo di grazia. Il superpredatore merita questa fama?

"Assolutamente no. Spielberg creò un mostro che nella realtà non esiste. Gli esseri umani non rientrano nella dieta di nessuna specie di squalo, nemmeno in quella delle pochissime specie che in rari casi possono essere pericolose per la nostra. Possiamo affermare che di norma gli squali non hanno alcun interesse per gli esseri umani".

Ci racconta una delle sue esperienze ad alta tensione?

"Nel mio lavoro è fondamentale rispettare le regole di sicurezza, specialmente quando si tenga presente che parte del mio lavoro è condurre altre persone nel mondo degli squali. La regola fondamentale è non correre mai rischi inutili. Tuttavia può capitare a chiunque di fare errori. Ricordo quella volta che mi trovavo nella gabbia calata sul fondo del mare a circa 20 metri di profondità nei pressi delle Isole Neptune, in Australia Meridionale. Pur tenendo costantemente d’occhio la situazione, mi accadde di sporgere un braccio fuori dalla gabbia mentre scattavo un primo piano ad uno squalo bianco che si era avvicinato col muso a pochi centimetri dall’obiettivo. Sentii qualcosa toccarmi il braccio, voltai la testa e vidi un altro grosso squalo bianco che era arrivato all’improvviso rasente alla gabbia e aveva il muso contro il mio braccio. Se avesse voluto portarmelo via avrebbe potuto farlo in tutta tranquillità ma evidentemente non ne aveva alcuna intenzione".

La domanda che vorrebbe sentirsi fare?

"Chi è il vero killer? Lo squalo o l’uomo? Ogni anno, in tutto il mondo, gli squali uccidono circa 10 persone. Ogni anno l’uomo uccide circa 100 milioni di squali. L’Italia è uno dei maggiori importatori di carne di squalo. Le pinne di squalo sono molto apprezzate sui mercati asiatici, cosa che ha condotto alla barbara pratica del ’finning’: gli squali vengono pescati, vengono loro amputate le pinne e vengono ributtati in mare sofferenti e destinati a morte certa, al fine di riempire i pescherecci con le sole pinne. Sul sito stop-finning-eu.orgit è possibile votare per fermare il coinvolgimento dell’Europa nel commercio delle pinne di squalo. Tutti i cittadini della Comunità Europea possono farlo, occorrono solo pochi secondi".