Sabato 20 Aprile 2024

Lo schianto e poi la fuga: da gennaio uccisi 18 pedoni

La tregua solo nei due mesi del lockdown. L’Osservatorio: complessivamente le vittime sono ventotto

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Scappano dopo un incidente perché non hanno pagato l’assicurazione. O perché si sono messi alla guida da drogati o ubriachi. Pirateria stradale, fenomeno molto italiano. Le statistiche dell’Asaps confermano: i casi aumentano. Inesorabilmente. Il presidente Giordano Biserni mette in fila: "Nei primi 5 mesi dell’anno abbiamo contato 308 episodi, con 28 morti (18 erano pedoni) e 365 feriti (118 pedoni e 42 ciclisti). Numeri choccanti perché in mezzo c’è stato il lockdown, con due mesi di fermo". Guardando indietro: nel 2019 l’osservatorio dell’associazione ha registrato 1.129 episodi di pirateria grave (con vittime o lesioni), 124 fughe in più (+12,3%) sull’anno precedente. I morti sono stati 115, 4 in più sul 2018 (54 pedoni e 16 ciclisti) e i feriti 1.335 (1.136 nel 2018, +17,5%). In Lombardia il maggior numero di episodi (208).

"I pirati della strada – osserva Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona, dirigente Anci e nel direttivo Asaps – resistono a tutto, anche alla legge sull’omicidio stradale. Germania, Austria, Belgio non hanno assolutamente dati sul fenomeno paragonabili ai nostri. Per questo ci dobbiamo chiedere che cosa modificare rispetto alla sanzione penale prevista. Molti fuggono perché non hanno la copertura assicurativa". Almeno 2,7 milioni di veicoli nel 2018 – ultimo dato Ania –, il 6% del totale. "Per le statistiche – ricorda Altamura – questa è la prima motivazione alla fuga. Seguono patente ritirata, revocata o sospesa, ebbrezza e stupefacenti".

Bilancio drammatico nei primi sei mesi del 2020: 125 pedoni investiti e uccisi, in 17 casi c’era di mezzo un pirata della strada. "Ad aprile, in pieno lockdown, i casi sono stati 5, a giugno 24 – mette l’evidenziatore Altamura –. E sicuramente il nostro rapporto è per difetto. Il trend ci preoccupa. Molti di questi investimenti sono avvenuti sulle strisce. E da maggio, in due mesi, abbiamo superato i 40 casi di pedoni in prognosi riservata".