Venerdì 19 Aprile 2024

Lo psichiatra e la vita in bacheca "Postare tutto diventa patologia"

È come se si vivesse in due mondi: uno offline e uno online. E si diventa incapaci di progettare la vita

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"Qualunque tipo di dipendenza non consente di avere un progetto di vita. Così è anche quella dai social. Ed è un problema che non riguarda solo i minori, come comunemente si tende a credere, ma anche molti adulti che utilizzano soprattutto Facebook. Il social viene usato come fosse una parte di noi: mettiamo in bacheca il nostro io narcisista, che ha bisogno di piacere. La dipendenza dai social si è naturalmente accentuata durante il lockdown". Lo psichiatra Gianni Giuli, direttore del Dipartimento dipendenze patologiche di Macerata, si è trovato per le mani subito dopo la pandemia molte richieste di aiuto, soprattutto di genitori allarmati: gli adolescenti si sono abituati a trascorrere quasi tutto il giorno e gran parte della notte sui social, con conseguente disturbo del sonno e quindi ora con potenziali problematiche di apprendimento a scuola.

E gli adulti?

"Dagli adulti la richiesta di cura non è frequente e spesso si accompagna ad altre forme di dipendenza, come il gioco d’azzardo. C’è una grande differenza tra i ragazzi, nativi digitali, e gli adulti, immigrati digitali".

Ma che succede nel nostro cervello quando siamo sui social? "È come se avessimo due mondi, online e offline. E il primo diventa tutto il nostro mondo, e il privato diventa pubblico. Il fattore per stabilire la dipendenza è il fattore tempo, al punto che iPhone e smartphone hanno introdotto un sistema che calcola in automatico quante ore al giorno trascorriamo sui social. Proprio per farcene rendere conto. Diventa patologia quando non faccio più nulla perché devo essere il primo a postare".

I genitori come possono aiutare i figli?

"Devono coordinarsi per stabilire regole precise. Dopo una certa ora, il telefono si spegne. Punto. È nato da poco a Macerata, fuori dall’area dell’ospedale, un ambulatorio riservato ai minori e alle loro dipendenze. Un capitolo a parte dei finanziamenti regionali è dedicato proprio alle dipendenze social, per questo sono stanziati 120mila euro per due anni".

Chiara Gabrielli