Lo Ius soli alla bolognese Tutti cittadini onorari

Lo strappo del sindaco Lepore: "Il riconoscimento a chi è nato qui" . Cerimonie di massa in alcune date simbolo. L’obiettivo: convincere le Camere

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di Paolo Rosato

Vuole fare da apripista Bologna sullo ‘Ius Soli’, la cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia che il Comune del capoluogo emiliano-romagnolo intende inserire simbolicamente nel proprio statuto. Una mossa che sa tanto di messaggio al legislatore nazionale, proprio in questo momento in cui il tema, già ampiamente dibattuto in passato a Montecitorio, è momentaneamente uscito dall’agenda politica romana. Forse ci tornerà, intanto però ieri la maggioranza di Palazzo d’Accursio (dentro ci sono Pd, la sinistra di Coalizione civica, i Cinque Stelle e gli eletti nella lista della renziana Isabella Conti) ha presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno che invita la giunta del sindaco Matteo Lepore a modificare lo statuto e a inserire una cittadinanza "onoraria" ai bimbi in questi casi: nati in Italia con genitori regolarmente soggiornanti, nati all’estero ma con un ciclo scolastico in Italia, a chi arriva in Italia da piccolo ma con almeno un genitore soggiornate di lungo corso in Italia e residente. Il Comune vuole anche approfittare di alcune ricorrenze per tenere delle vere e proprie cerimonie di conferimento della cittadinanza a Palazzo. Queste le ipotesi: oltre al 20 novembre (giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) ci sono il 17 marzo (Giornata di Costituzione, Inno e Bandiera), il 25 aprile, il 21 maggio (Diversità culturale), 12 giugno (Lavoro minorile), 4 ottobre (Dialogo tra cultura e religioni), 18 dicembre (Migranti). Tornando all’aula, alla presentazione del testo di modifica ha fatto seguito un mini Vietnam in stile appunto maratone parlamentari: Fratelli d’Italia ha presentato ben 100 emendamenti – la Lega ha criticato la misura senza ostruzionismo, Forza Italia non partecipa al voto –, portando la discussione a oltranza con il placet della maggioranza. Con una battaglia in punta di cavilli poi la maggioranza ha fatto decadere gli emendamenti e l’odg ha avuto l’ok in serata.

Il sindaco Lepore ha bacchettato FdI: "Cento ordini del giorno sono un modo per non dire nulla, si preferisce la forza fisica alla riflessione". Poi ancora stilettate al partito di Giorgia Meloni. "Credo che chi decide di indossare ogni giorno i colori italiani debba continuare a riflettere sul concetto di fratellanza". E non è solo un atto simbolico, ha assicurato Lepore: dopo la modifica dello statuto "introdurremo servizi, investiremo risorse. L’opinione pubblica è con noi". Inoltre, è "urgente" dare un messaggio di questo tipo dopo il Covid. "Dare la cittadinanza a questi ragazzi – ha ribadito il sindaco – è molto più patriottico che avere come mito qualche dittatore europeo o qualche personaggio in cerca d’autore".

Fratelli d’Italia ieri ha risposto anche con il deputato Galeazzo Bignami. "È una proposta ignorante, nel senso che ignora le ricadute legislative che ha anche nei confronti dell’ordinamento europeo, e pericolosa nei confronti sia degli italiani, sia degli stranieri – ha sottolineao Bignami –. Ci sono Paesi in Africa che non riconoscono la doppia cittadinanza, e nemmeno in Europa gli altri stati lo fanno, basti vedere come si comporta la Spagna. La cittadinanza italiana non si regala, ci opporremo proponendo un ricorso in Prefettura". La stessa iniziativa è stata annunciata dalla Lega, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni aveva invitato Bologna a "non occuparsi di temi nazionali, ma dei problemi della città".