Giovedì 25 Aprile 2024

Lo chef paladino delle riaperture "Pur di lavorare, sì al lasciapassare"

Vissani: "La nostra categoria è alla canna del gas. Accetto il compromesso"

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BASCHI (Terni)

"Noi ristoratori siamo ormai alla canna del gas, il Green pass mi sembra una follia, ma se può essere utile a scongiurare nuove chiusure, allora ce lo faremo andare bene". Gianfranco Vissani, araldo delle riaperture e che ha partecipato a diverse manifestazioni per le riaperture dei locali, tra cui una davanti alla casa di Mario Draghi in Umbria e una a Montecitorio, si fa portavoce dell’intera categoria dei ristoratori, costretti a ingoiare anche l’ipotesi Green pass. Meglio che niente. Ha appena servito il pranzo nel suo ristorante sulle sponde del lago di Corbara.

Nuovi timori per i ristoratori in questa estate di ripartenza.

"Le cose vanno male perché il mio ristorante vive soprattutto grazie alle persone che hanno ville e casali nelle zone tra Orvieto e Baschi e una nuova ipotesi di chiusura dei locali sarebbe disastrosa a causa dei costi che dobbiamo sopportare. Solo in questo ristorante noi paghiamo 100mila euro all’anno di energia elettrica. E abbiamo perso un milione di fatturato durante l’emergenza".

Si parla tanto di Green pass.

"Dobbiamo trovare il modo per convivere con il Covid, varianti comprese, e organizzarci di conseguenza".

Eppure i ristoranti sembrano sicuri.

"Abbiamo installato nei locali del ristorante un sistema brevettato dalla Nasa che ostacola la diffusione del Covid. Il problema è legato al fortissimo calo di americani, cinesi, giapponesi e inglesi. L’altro giorno una comitiva di undici inglesi ha telefonato per prenotare, ma quando mio figlio Luca ha detto loro che avremmo usato due tavoli per garantire il distanziamento, hanno rinunciato al pranzo".

Claudio Lattanzi