L’italiano bloccato dal Sudan, sta per tornare Il padre: "Ma non è grazie alla Farnesina"

Il rientro di Marco Zennaro, l’imprenditore veneziano arrestato e poi trattenuto in Sudan da un anno, slitta ancora di un giorno. "Ieri c’èra uno sciopero – afferma il papà Cristiano Zennaro – perciò non è riuscito a completare la procedura. Si tratta di un iter lungo e complesso. Dobbiamo attendere domani, vediamo se questa storia finalmente finirà". Zennaro un anno fa è arrivato in Sudan ed è stato arrestato. Una volta liberato non è potuto tornare perché gli è stato imposto il divieto di uscire dal Paese. Un divieto revocato lunedì perché sono stati consegnati i 200mila euro di garanzia richiesti dal tribunale sudanese, soldi raccolti grazie agli amici. "Mi auguro che la Farnesina abbia il pudore di non accreditarsi il merito della liberazione di mio figlio – ha detto il papà – perché la situazione si è sbloccata solo grazie alla raccolta fondi dei privati e per questo bisogna ringraziare Unioncamere Veneto. È una vergogna che dei privati si siano dovuti sostituire al pubblico per pagare un riscatto, perché era apparso chiaro fin da subito che di riscatto e di sequestro stavamo parlando".