L’Italia paga il conto dei suoi errori

Bruno

Vespa

Le democrazie non attaccano mai per prime e Dio solo sa se senza lo scudo della Nato Putin avrebbe fatto un sol boccone dei paesi baltici.

Comunque vadano le cose, lo zar uscirà indebolito da questa guerra. Xi Jinping sta dimostrandosi ancora una volta uomo di lunghe vedute. La Russia si prospetta come un alleato debole e inquieto e domani sarà la Cina ancor più di ieri l’interlocutore che conta per l’Occidente. Sull’altro versante, la guerra ha svegliato Biden e ha portato gli Stati Uniti a riconsiderare nel profondo l’isolazionismo cominciato con Obama, esaltato da Trump e mantenuto nel primo anno della nuova amministrazione. La Nato fiacca e distratta, reduce dalla vergogna di Kabul, è risorta e si trova nelle condizioni migliori della sua storia. Ma la Nato è soprattutto Europa. L’isolazionismo americano è stato perciò ucciso dalle prime cannonate di Putin oltre il confine ucraino.

L’Italia entra più debole nel nuovo ordine mondiale. I provvedimenti presi ieri sera dal Consiglio dei ministri non risolvono certo le gigantesche carenze energetiche frutto della follia nazionale. Macron ha potuto garantire ai francesi una bolletta energetica leggera (una mano santa a un mese dalle elezioni) perché ha il nucleare. La Germania ha riattivato le miniere di carbone. Noi abbiamo distrutto una formidabile competenza in questo campo fin da quando le compagnie petrolifere scatenarono negli anni Sessanta una campagna contro Felice Ippolito, padre del nucleare italiano arrestato (1964) e poi riabilitato dal suo nemico Saragat. Fino al funesto referendum dell’87 in cui la gente votò senza un minimo di informazione. Perfino oggi non decolla la scelta del nucleare pulito e sicuro di ultima generazione. Con il gas ci siamo impiccati alla Russia cedendo alla sottile campagna dei servizi di sicurezza di quel Paese e ne abbiamo esaltato la necessità castrando le ricerche in Adriatico e altrove e facendo crollare negli anni la nostra produzione. Con chi prendercela se accendere la luce è diventato un lusso?