Giovedì 25 Aprile 2024

"L’Italia cresce, il mondo ora si fida No a nuove tasse sulla prima casa"

Via libera alla nota di aggiornamento al Def. Il premier: "Riforma del catasto? Nessuno pagherà di più"

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di Claudia Marin

È fiducia la parola chiave di quello che potremmo considerare il discorso d’autunno di Mario Draghi. "Ora c’è fiducia nell’Italia, fra gli italiani e nel resto del mondo nei confronti dell’Italia", scandisce il premier per accompagnare i numeri della Nota di aggiornamento del Def, il documento che traccia la rotta della politica economica del governo e che definisce le coordinate di fondo dello stato di salute economico-sociale del Paese. Una fiducia verso l’Italia ma anche dell’Italia verso l’Europa, in ogni caso verso il futuro. "Tornare alle stesse regole del passato mi pare irrealistico – fa sapere, riferendosi alla querelle sulle regole di bilancio più o meno stringenti –. Mentre ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa, e bisognerà spendere molto di più nella difesa di quanto fatto finora, perché le coperture internazionali di cui eravamo certi si sono dimostrate meno interessate nei confronti dell’Europa". E anche questo è avere fiducia nell’Europa.

Tornando all’Italia, se sulle prospettive economiche si addensano poche nubi, diverso è il quadro dello scenario politico: il presidente del Consiglio rimane, infatti, sul vago su nuove soluzioni flessibili dopo la fine di Quota 100 ("È prematuro") e, più nell’immediato, sulla riforma del catasto. "Nessuno pagherà di più o di meno, nessuna nuova tassa sulla prima casa", avvisa, ma questo non esclude incrementi per le seconde e terze case. A dare fiducia nel futuro del sistema Italia sono innanzitutto le cifre dei fondamentali dell’economia, che sono il risultato della strategia anti-Coronavirus: "Il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere cinque mesi fa. La vaccinazione – incalza – è alla base della ripresa. E dal debito pubblico si esce con la crescita".

La previsione di aumento del Pil per l’anno in corso sale al 6%, dal 4,5% previsto nel Def in aprile, mentre la previsione di indebitamento netto (deficit) scende dall’11,8% del Pil nel Def al 9,4% della Nadef, con il debito in calo al 153,5% (era 155,6% nel 2020). Una prospettiva che si riverbera nelle previsioni sugli investimenti in aumento di circa il 15% quest’anno e di oltre il 6% il prossimo, dopo il calo del 9,2% nel 2020. "Un rimbalzo – spiega Draghi – che recupera tutto ciò che è stato perso lo scorso anno e anche più".

E, dunque, la legge di Bilancio fino al 2024 dovrà essere fondata su una politica espansiva: per l’anno prossimo in arrivo una spinta al Pil da 22 miliardi di extra-deficit, un punto di Pil, come per gli anni a venire. E oltre 4 miliardi per il taglio delle tasse dal recupero dell’evasione.

La fiducia si costruisce, del resto, sulla credibilità. "A un investitore internazionale – insiste – direi che finora il governo non ha mancato una sola data sui suoi appuntamenti". E, del resto, puntualizza, "se perdesse la sua efficacia perderebbe la sua ragione di esistere. Non è un’ipotesi di questo governo". Anche se Draghi non esclude che a febbraio lo scenario potrebbe cambiare. Definisce "offensive" verso Sergio Mattarella le domande sul prossimo presidente della Repubblica, ma non esclude di esserne il successore: "Le persone giuste per rispondere sono in Parlamento, è il Parlamento a decidere della vita e dell’efficacia di questo governo". Ora che il governo Draghi, anche alla luce dei risultati messi a segno, possa perdere la sua ragione d’essere non appare assolutamente in vista. Ma ciò non toglie che si stiano addensando due-tre nodi tutti da sciogliere. La delega sul fisco andrà in Consiglio dei ministri la settimana prossima, ma sul catasto la battaglia è tutta aperta e il premier, anche escludendo stangate sulla prima casa, non ha escluso rialzi Imu per le seconde e le terze case. Da qui il pollice verso di Salvini, ma anche di Conte. E non appare differente la situazione per il dopo Quota 100: nessuna indicazione da Draghi, ma di sicuro non si pensa a Palazzo Chigi e a Via XX Settembre a soluzioni simili a quella cancellata.