L’Italia brucia: a fuoco la pineta di D’Annunzio

Il Centro-Sud devastato dai roghi, paura sulle spiagge dell’Adriatico: bagnanti in fuga. Fiamme nella piana sotto il santuario di Loreto

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di Alessandro Caporaletti

e Eleonora Grossi

Bruciano in Abruzzo i luoghi cari a Gabriele D’Annunzio, la pineta di Pescara e la costa dei trabocchi. Bruciano campi e macchia mediterranea della riviera del Conero, nelle Marche, sulla piana ai piedi del santuario di Loreto, mentre centinaia di ettari vanno ancora in fumo in Sicilia e nel parco delle Madonie. Vento e umidità alimentano l’incubo portato dal fuoco nella prima domenica di agosto con l’Italia dei vacanzieri sotto l’assedio delle fiamme: strade chiuse, turisti in fuga dalle spiagge, intossicati ed evacuati. Dopo la Sardegna e la Sicilia, è Pescara a essere cinta d’assedio dai roghi, che hanno raggiunto le abitazioni. A fuoco anche Vallevò e la macchia mediterranea di Fossacesia e San Vito Chietino, paesini incastonati tra le ginestre e affacciati sul mare, dove le fiamme hanno raggiunto la Statale.

C’è stato un fuggi fuggi dalle spiagge, dove si sono alzate alte colonne di fumo nero e il fuoco ha incenerito persino le palme del lungomare. "Abbiamo visto un alto fumo nero alzarsi in pochi minuti – raccontano alcuni bagnanti – e siamo scappati appena in tempo. Hanno preso fuoco le palme, gli ombrelloni. Un inferno". Indelebili i danni alla riserva dannunziana. "Che disastro – racconta un avvocato con le lacrime agli occhi –, tutto in fumo, tesori come la nostra Pineta Dannunziana e la costa dei Trabocchi ridotti in cenere, sono danni incalcolabili".

A fine giornata si contano una trentina di intossicati, centinaia di persone evacuate, poco meno di una decina di stabilimenti devastati. Cinque persone trasportate in ospedale, tra cui una bambina e due suore. La Procura ha aperto un fascicolo e si indaga col forte sospetto della matrice dolosa. Risultano già tre differenti punti di innesco delle fiamme e in serata si contavano 600 persone evacuate. "Qui ci sono le radici di Pescara. Questo è il cuore della città, il suo polmone verde e oggi lo vediamo distrutto", ha detto il sindaco Carlo Masci. Ma è l’intera Regione Abruzzo a essere mobilitata per l’emergenza incendi e a richiedere mezzi e risorse a Roma, in una giornata che ha visto le fiamme divampare praticamente in tre quarti d’Italia. "Ci sono fronti aperti in ogni provincia", spiegano dalla Regione in serata. Le fiamme hanno colpito duro infatti anche in val di Sangro, dove lambiscono fabbriche e capannoni. In serata il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha parlato di "attacco sistematico con decine di focolai in tre province": "Ovviamente non è per casuale. Quando accade questo nei giorni di maggior caldo e vento e in maniera così sistematica e scientifica in punti di difficile accesso, è chiaro che c’è quasi sempre la mano dell’uomo dietro e spero che le indagini e la magistratura facciano uno sforzo importante per assicurare alla giustizia questi delinquenti che mettono a rischio vite umane oltre a distruggere un patrimonio preziosissimo".

I roghi divampati con la complicità delle temperature roventi e del forte vento di libeccio hanno interessato anche le Marche, soprattutto la zona tra il Maceratese e l’Anconetano, dove le fiamme divampate verso mezzogiorno lungo il fiume Musone, a Castelfidardo, hanno marciato per circa 3 chilometri fino al mare, tra Porto Recanati, Loreto e Numana, investendo la Statale Adriatica (chiusa per ore) e arrivando a lambire la linea ferroviaria e l’A14, dove centinaia di turisti sono rimasti in fila sulla corsia sud davanti alla colonna di fumo nero nel tratto tra gli svincoli di Loreto-Porto Recanati e Ancona sud. Nel primo pomeriggio erano stati evacuati parte del camping Numana Blu, il Conero Golf Village, il residence Casale del Conero e quattro famiglie. Un anziano è stato portato al pronto soccorso per un attacco di panico e un altro per intossicazione. Con l’aiuto di un canadair la situazione è rientrata in serata. Indagini sulle cause, ma dietro c’è sicuramente la mano dell’uomo.

Disagi e paura anche in Toscana: le fiamme hanno ostacolato per ore la viabilità dell’Autosole. E resta critica la situazione in Sicilia con centinaia di ettari in fumo nell’Ennese e nelle Madonie: il premier Draghi ha firmato un Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione del sistema di Protezione civile.