Lunedì 22 Aprile 2024

L’isola nel caos

Migration

Marco

Buticchi

Almeno tre cose – dice un proverbio zen – si devono fare per dare senso a una vita: fare un figlio, piantare un albero, scrivere un libro. In Italia figli se ne fanno sempre meno. Non parliamo poi dei pochi che ancora leggono libri e di quelli che, di conseguenza, li scrivono. A conti fatti ci restano solo gli alberi da piantare, come tra l’altro l’Europa auspicherebbe.

Stromboli, l’isola vulcanica per eccellenza, ha subito un cataclisma alluvionale. Potrebbe apparire come un controsenso in termini, ma il fango ha sostituito – per fortuna – le colate laviche, travolgendo strade e case. Marco Giorgianni, per dieci anni sindaco di Lipari, imputa il cataclisma al disinteresse per la messa di sicurezza del territorio. Sicurezza che si traguarda – prosegue l’ex sindaco - per mezzo di un’azione assai semplice all’apparenza: piantumare nuovi alberi.

Dico apparentemente non a caso: a un passo dall’ennesima tornata elettorale, i programmi dei contendenti – tutti, nessuno escluso – sembrano aver dimenticato o quasi la questione ambientale. Badate bene, non mi riferisco a irraggiungibili diktat euroburocratici come "dal 2035 smetteremo di mangiare carciofi, usare auto, lavatrici e piume di struzzo". Ma di un piano terra terra, che inizi dalle cose semplici, quelle che devi fare per rendere sicura un’esistenza: piantare un albero, ripulire un sottobosco, sgombrare il letto di un torrente, non costruire nelle zone alluvionali. So bene che, mentre leggete, ciò che scrivo vi parrà cosa ovvia. Ma così non è. Fatta eccezione per qualche boutade che ricalca il milione di posti di lavoro del contratto con gli italiani, nessuno ha raccontato agli elettori di quanto bene si farebbe all’ambiente e alla messa in sicurezza del territorio dedicandovi maggiori risorse e attenzioni. Sarà forse perché sono cose troppo semplici da realizzare che nessuno se ne occupa, preferendo scannarsi sull’antica dicotomia del nucleare pulito o sporco e minaccioso. Nel frattempo il fango cala sul sud della nazione mentre vorrei che calasse su programmi elettorali fatti di ripicche, di prime donne, di tattiche vergognose e del solito ballo delle poltrone. Vedete, alla fine sono convinto che ci cascheremo come sempre e, convinti da dare il nostro apporto all’avvenire del Paese, voteremo secondo coscienza. Dimenticandoci di quanto alcuni si son fatti beffa degli italiani e dei loro bisogni. Poi tornerà il fango, torneranno i balletti nelle sale dei bottoni, le parole vuote e le tasche piene. Per fortuna che l’Italia – e gli abitanti di Stromboli sono un esempio - riesce a cavarsela da sola come per magia. A quel punto sarà, però, tardi per fare un figlio, per piantare un albero e, soprattutto, per scrivere un programma elettorale sensato e realistico.